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il Trottatore - ottobre 2009

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C’era una volta<br />

Alla partenza del “Costa<br />

Azzurra” 1966 vi era<br />

un giovane cavallo<br />

americano, Marengo<br />

Hanover, acquistato<br />

da poco negli Stati Uniti ed entrato<br />

a far parte della folta compagine<br />

dei trottatori del conte Orsi Mangelli.<br />

Figlio di Hickory Smoke –<br />

vincitore di un memorab<strong>il</strong>e “Hambletonian”<br />

nel quale, unico a riuscirvi,<br />

aveva vinto tutte e tre le heat<br />

– Marengo Hanover aveva dato<br />

prova di essere un buon velocista<br />

ottenendo, a tre anni, <strong>il</strong> record di<br />

1.15.2 al ch<strong>il</strong>ometro. Dal padre<br />

aveva ereditato doti da atleta combattente,<br />

ma anche gambe corte e<br />

un corpo tozzo da “quarter horse”:<br />

non proprio un bella morfologia<br />

per un trottatore.<br />

Fu W<strong>il</strong>liam Casoli, driver storico di<br />

casa Mangelli, a credere da subito<br />

nelle sue qualità e a<br />

convincere <strong>il</strong> conte che<br />

quel cavallo avrebbe<br />

potuto diventare un<br />

buon riproduttore oltre<br />

che un eccellente cavallo<br />

da corsa. Casoli era<br />

abituato a non guardare<br />

troppo all’estetica<br />

dei cavalli.<br />

Buoni “passaggi” (tra<br />

anteriori e posteriori) e<br />

una cassa toracica profonda<br />

erano, per lui, le<br />

sole cose indispensab<strong>il</strong>i<br />

ed aveva, ancora una<br />

volta, imbroccato <strong>il</strong> cavallo<br />

giusto. Marengo<br />

Hanover vinse quel suo<br />

debutto al “Costa Azzurra”<br />

e l’anno successivo<br />

– <strong>il</strong> 22 giugno 1967<br />

- siglò un record italiano<br />

memorab<strong>il</strong>e, scen-<br />

34<br />

UN TUFFO NEL PASSATO<br />

MARENGO HANOVER<br />

dendo sotto i due minuti sul miglio:<br />

1.15 al ch<strong>il</strong>ometro sulla pista di<br />

San Siro nel Premio Zanasi. Ma,<br />

soprattutto, lasciò un segno indeleb<strong>il</strong>e<br />

nelle genealogie di generazioni<br />

di trottatori italiani. Diede, come<br />

stallone, ottimi cavalli da corsa<br />

quali Fedone, Cherie, Egon OM,<br />

Elianto Red, Fenech OM e importanti<br />

madri come Fontola da cui<br />

discese niente di meno che Indro<br />

Park (Sharif di Jesolo e Fontola),<br />

per molti anni in testa alle classifiche<br />

stalloniere.<br />

Qualità atletiche e carattere aiutarono<br />

Marengo Hanover a vivere a<br />

lungo – morì a 35 anni, nel 1997 –<br />

ed a mantenere capacità riproduttive<br />

elevate per quasi vent’anni,<br />

mettendo in pista ben 362 cavalli<br />

da trotto.<br />

Per un lungo periodo non vi fu allevatore<br />

che non fosse tentato dal-<br />

Marengo Hanover in azione<br />

di Paola Rivolta<br />

l’incrociare le proprie fattrici con<br />

quella linea di sangue e ancora oggi<br />

cavalli come Echò dei Veltri, vincitore<br />

del Derby 2004, e Frisky<br />

Bieffe, anch’esso nell’albo d’oro<br />

del “Costa Azzurra”, hanno Marengo<br />

in terza generazione.<br />

Unica pecora nera, se così si può<br />

dire, della famiglia è stato un certo<br />

Pepinito Pink, cavallo dalle buone<br />

doti ma con passaggi non fac<strong>il</strong>i che<br />

gli preclusero un futuro da trottatore.<br />

D’altronde in tutte le buone famiglie,<br />

vi è sempre chi va controcorrente,<br />

chi percorre strade alternative,<br />

magari rischiose ma che mettono<br />

comunque in luce le qualità<br />

degli avi. Figlio di Elite del Pino –<br />

fattrice nata da Marengo Hanover<br />

– e Fakir du Vivier, uno dei migliori<br />

trottatori francesi degli anni ’70,<br />

Pepinito Pink ha ereditato dal nonno<br />

materno longevità,<br />

carattere e rapidità del<br />

gesto degli anteriori, ma<br />

ha messo in luce le proprie<br />

doti, invece che sulle<br />

piste da trotto, sui<br />

campi di salto ostacoli,<br />

partecipando al circuito<br />

classico, a quello d’eccellenza<br />

e ai campionati<br />

italiani. A determinarne<br />

<strong>il</strong> futuro, l’incontro con<br />

Roberto Arioldi, cavaliere,<br />

allevatore, uomo di<br />

cavalli sicuramente non<br />

succube di quella esterof<strong>il</strong>ia<br />

che ha riempito i<br />

nostri campi ostacoli di<br />

mastodontici cavalli tedeschi<br />

che poco hanno a<br />

che fare con quel piccolo<br />

e ardente cavallo baio …<br />

baio come ogni trottatore<br />

che si rispetti.

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