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C’era una volta<br />
Alla partenza del “Costa<br />
Azzurra” 1966 vi era<br />
un giovane cavallo<br />
americano, Marengo<br />
Hanover, acquistato<br />
da poco negli Stati Uniti ed entrato<br />
a far parte della folta compagine<br />
dei trottatori del conte Orsi Mangelli.<br />
Figlio di Hickory Smoke –<br />
vincitore di un memorab<strong>il</strong>e “Hambletonian”<br />
nel quale, unico a riuscirvi,<br />
aveva vinto tutte e tre le heat<br />
– Marengo Hanover aveva dato<br />
prova di essere un buon velocista<br />
ottenendo, a tre anni, <strong>il</strong> record di<br />
1.15.2 al ch<strong>il</strong>ometro. Dal padre<br />
aveva ereditato doti da atleta combattente,<br />
ma anche gambe corte e<br />
un corpo tozzo da “quarter horse”:<br />
non proprio un bella morfologia<br />
per un trottatore.<br />
Fu W<strong>il</strong>liam Casoli, driver storico di<br />
casa Mangelli, a credere da subito<br />
nelle sue qualità e a<br />
convincere <strong>il</strong> conte che<br />
quel cavallo avrebbe<br />
potuto diventare un<br />
buon riproduttore oltre<br />
che un eccellente cavallo<br />
da corsa. Casoli era<br />
abituato a non guardare<br />
troppo all’estetica<br />
dei cavalli.<br />
Buoni “passaggi” (tra<br />
anteriori e posteriori) e<br />
una cassa toracica profonda<br />
erano, per lui, le<br />
sole cose indispensab<strong>il</strong>i<br />
ed aveva, ancora una<br />
volta, imbroccato <strong>il</strong> cavallo<br />
giusto. Marengo<br />
Hanover vinse quel suo<br />
debutto al “Costa Azzurra”<br />
e l’anno successivo<br />
– <strong>il</strong> 22 giugno 1967<br />
- siglò un record italiano<br />
memorab<strong>il</strong>e, scen-<br />
34<br />
UN TUFFO NEL PASSATO<br />
MARENGO HANOVER<br />
dendo sotto i due minuti sul miglio:<br />
1.15 al ch<strong>il</strong>ometro sulla pista di<br />
San Siro nel Premio Zanasi. Ma,<br />
soprattutto, lasciò un segno indeleb<strong>il</strong>e<br />
nelle genealogie di generazioni<br />
di trottatori italiani. Diede, come<br />
stallone, ottimi cavalli da corsa<br />
quali Fedone, Cherie, Egon OM,<br />
Elianto Red, Fenech OM e importanti<br />
madri come Fontola da cui<br />
discese niente di meno che Indro<br />
Park (Sharif di Jesolo e Fontola),<br />
per molti anni in testa alle classifiche<br />
stalloniere.<br />
Qualità atletiche e carattere aiutarono<br />
Marengo Hanover a vivere a<br />
lungo – morì a 35 anni, nel 1997 –<br />
ed a mantenere capacità riproduttive<br />
elevate per quasi vent’anni,<br />
mettendo in pista ben 362 cavalli<br />
da trotto.<br />
Per un lungo periodo non vi fu allevatore<br />
che non fosse tentato dal-<br />
Marengo Hanover in azione<br />
di Paola Rivolta<br />
l’incrociare le proprie fattrici con<br />
quella linea di sangue e ancora oggi<br />
cavalli come Echò dei Veltri, vincitore<br />
del Derby 2004, e Frisky<br />
Bieffe, anch’esso nell’albo d’oro<br />
del “Costa Azzurra”, hanno Marengo<br />
in terza generazione.<br />
Unica pecora nera, se così si può<br />
dire, della famiglia è stato un certo<br />
Pepinito Pink, cavallo dalle buone<br />
doti ma con passaggi non fac<strong>il</strong>i che<br />
gli preclusero un futuro da trottatore.<br />
D’altronde in tutte le buone famiglie,<br />
vi è sempre chi va controcorrente,<br />
chi percorre strade alternative,<br />
magari rischiose ma che mettono<br />
comunque in luce le qualità<br />
degli avi. Figlio di Elite del Pino –<br />
fattrice nata da Marengo Hanover<br />
– e Fakir du Vivier, uno dei migliori<br />
trottatori francesi degli anni ’70,<br />
Pepinito Pink ha ereditato dal nonno<br />
materno longevità,<br />
carattere e rapidità del<br />
gesto degli anteriori, ma<br />
ha messo in luce le proprie<br />
doti, invece che sulle<br />
piste da trotto, sui<br />
campi di salto ostacoli,<br />
partecipando al circuito<br />
classico, a quello d’eccellenza<br />
e ai campionati<br />
italiani. A determinarne<br />
<strong>il</strong> futuro, l’incontro con<br />
Roberto Arioldi, cavaliere,<br />
allevatore, uomo di<br />
cavalli sicuramente non<br />
succube di quella esterof<strong>il</strong>ia<br />
che ha riempito i<br />
nostri campi ostacoli di<br />
mastodontici cavalli tedeschi<br />
che poco hanno a<br />
che fare con quel piccolo<br />
e ardente cavallo baio …<br />
baio come ogni trottatore<br />
che si rispetti.