il Trottatore - ottobre 2009

di Marco Montanari
IL RECORD E LA BEFFA
Reduce dai trionfi “by
night” del Savio di Cesena,
l’ippica emilianoromagnola
ha voluto
regalarsi pure un pomeriggio
da leoni. Anche l’estate –
che, meteorologicamente parlando,
era finita da una settimana –
ha voluto presenziare alla disputa
del Gran Premio Continentale,
classico appuntamento di inizio
autunno con i migliori 4 anni indigeni
e stranieri. Tempo bello, terreno
buono e tribune gremite in
ogni ordine di posto, un toccasana
per il cuore di chi ama questo
sport. In pista, a contendersi la
prova “open” e quella “filly” riservata
alle femmine, complessivamente
17 campioni nati nel 2005.
Tra le “femminucce”, che nella realtà
hanno attributi da “maschiacci”,
piccola delusione per la favorita
Lover Power, che ha pagato a
caro prezzo la partenza lanciata di
Letter From Om (28.6 il primo
quarto, per un “manda che ti rimando”
che alla fine ha agevolato
le altre) e una condizione fisica evidentemente
non perfetta.
Primo chilometro a perdifiato, poi
dalla terza posizione in corda Roberto
Andreghetti ha spostato la
sua Lolly Kronos: il tempo di mettersi
sulle gambe, lanciarsi in terza
ruota, fare un sol boccone della
battistrada e involarsi indisturbata
al traguardo. Il ragguaglio finale di
1.13.1 consegnava alla portacolori
38
di Ucci-Riccitelli non solo il successo,
ma anche il record della corsa.
Il primato nel Filly del Continentale
apparteneva a Grande Armee
(Muscles Yankee – Bahama), che
nel 2007 aveva trottato da 1.13.2.
Per la splendida figlia di Viking
Kronos e Valuta Lavec, la quindicesima
vittoria su 32 corse disputate
in carriera, bottino portato a
172.997,00 euro e conferma di
una grande adattabilità a ogni tipo
di pista.
Con tutto il rispetto per le… ragazze,
però, il piatto forte era il Continentale
“open”, nel quale peraltro
erano due cavalle a calamitare il
pronostico. Favorita Lisa America,
avvantaggiata dal numero 3 di
steccato; controfavorita Lana del
Rio. Svelta al via l’allieva di Andrea
Guzzinati, che ha guidato sino
a 200 metri dal palo, mollando
infine la presa e chiudendo al sesto
posto, è andata ancora peggio alla
derbywinner, costretta a navigare
al largo e incapace di fornire una
prestazione all’altezza del suo blasone:
l’ultimo posto a cui è stata
relegata è un oltraggio alla sua
classe, un’onta che la pupilla di
Santo Mollo – ne siamo sicuri – laverà
alla prima occasione.
Doveroso parlare delle battute, ma
occorre dare risalto ai protagonisti
positivi del big event bolognese.
Sul palo è transitato per primo lo
svedese Noras Bean (Super Arnie -
Easy Bean), unico straniero in pi-
sta, che Stefan Söderkvist ha guidato
con grande fiducia: partenza
veloce per tenere la scia di Lisa
America e terrific speed in retta
per travolgere il vincitore morale
di questa corsa, Le Touquet. Tra
l’altro, Noras Bean – vincendo in
1.12.4 – si è preso il lusso di abbattere
il record mondiale in pista da
mezzo miglio sul doppio chilometro,
oltre che il record della corsa
(1.13.2) stabilito da Varenne nel
1999.
Tornando a Le Touquet, il figlio di
Daguet Rapide allevato dalla Bolgheri,
proprio all’Arcoveggio – il
18 ottobre 2007 – aveva colto il
suo primo successo, qualche giorno
dopo il terzo posto ottenuto nel
Criterium Emiliano. Ma quella che
dovrebbe essere la sua pista portafortuna
gli ha riservato la più atroce
delle beffe. Ardente come purtroppo
gli capita troppo spesso in
sgambatura, l’erede di Zuel Dra
dietro la macchina è sbottato di
galoppo, finendo in coda al gruppo
a una quarantina di metri dalla testa.
Quando Pippo Gubellini, sulla
retta di fronte all’arrivo, lo ha lanciato
all’esterno di tutti, l’occhio è
fatalmente caduto sul cronometro:
si viaggiava fortissimo, sotto
l’1.13, e quello sembrava un tentativo
disperato più che sentito. Invece
Le Touquet ha rifatto il gruppo
tutto d’un fiato e ha dato l’impressione
di poter vincere la corsa
della vita, almeno fino a quando
non ha visto la luce Noras Bean,
implacabile giustiziere venuto dal
Nord.
Una sconfitta che ha il sapore di
un successo, prima ancora che di
una beffa, che porta il bottino di
somme vinte dall’alfiere della Scuderia
dei Sette sopra i 370.000 euro
e gli fa predire una carriera da
anziano ricca di soddisfazioni. In
attesa, ovviamente, di vederlo alla
prova come stallone. E allora sarà
bello scoprire se anche in paddock
sarà il degno erede di cotanto padre…