Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro
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846<br />
2. Astrocitomi<br />
(→ 35:III,D2)<br />
3. Emangioblastomi<br />
(→ 35:III,D4)<br />
problemi di diagnosi differenziale nei confronti di un astrocitoma; non esistono criteri che<br />
permettano una diagnosi differenziale sicura, tuttavia gli ependimomi:<br />
– danno origine ad emorragie intralesionali più frequentemente (specie ai bordi inferiore e<br />
superiore del tumore);<br />
– sono localizzati a livello del cono midollare più frequentemente degli astrocitomi;<br />
– sono, di norma, più nettamente delimitati negli studi dopo contrasto;<br />
– tendono ad essere centrali nel midollo spinale, dove gli astrocitomi sono eccentrici.<br />
Un ependimoma, specie se di piccole dimensioni, del cono midollare o del filum terminale<br />
può essere confuso con uno schwannoma.<br />
Prendono origine dagli astrociti, ma differentemente da quanto avviene a livello intracranico sono<br />
per lo più tumori a basso grado.<br />
Rappresentano il 30% dei gliomi intramidollari e sono i tumori più frequenti nei bambini.<br />
L’età media di manifestazione clinica è di 21 anni.<br />
La localizzazione più frequente è a livello cervicale, seguita dalla localizzazione a livello toracico.<br />
Il quadro clinico è caratterizzato da dolore locale e segni di disfunzione neurologica.<br />
Dal punto di vista anatomo-patologico sono tumori mal delimitati, ed è frequente la presenza di<br />
cisti necrotiche intratumorali e di cavità siringomieliche associate.<br />
• Radiologia convenzionale e tomografia computerizzata evidenziano esclusivamente le alterazioni<br />
ossee causate dalla compressione cronica.<br />
• Risonanza magnetica. Generalmente gli astrocitomi sono iso-ipointensi in T1 e iperintensi<br />
in DP e T2, disomogenei a causa della presenza di cisti necrotiche ed edema perilesionale.<br />
• Somministrazione di mezzo di contrasto. In tomografia computerizzata non fornisce elementi<br />
diagnostici utili. In RM tutti gli astrocitomi midollari assumono il mezzo di contrasto,<br />
di solito marcatamente. La presa di contrasto permette di precisare l’estensione della neoplasia,<br />
di differenziare eventuali cisti intralesionali da cavità siringomieliche associate.<br />
• Mielografia e mielo-TC. Evidenziano esclusivamente l’esistenza di una lesione intramidollare.<br />
• Diagnosi differenziale. È già stata trattata a proposito degli ependimomi.<br />
Sono simili alle omologhe lesioni descritte a livello cerebrale.<br />
Sono neoplasie poco frequenti, rappresentando dall’1 al 5% di tutti i tumori del midollo spinale.<br />
Si manifestano clinicamente nella quarta decade di vita.<br />
Possono, raramente, avere una componente extramidollare intradurale, o essere completamente extramidollari.<br />
Sono localizzati più frequentemente a livello toracico (50% dei casi); seconda per frequenza è la localizzazione<br />
cervicale (40% dei casi).<br />
Gli emangioblastomi midollari, specie se multipli, sono in un terzo dei casi una manifestazione<br />
della malattia di von Hippel-Lindau (importante la ricerca di cisti renali, pancreatiche, tumori renali<br />
e lo studio dell’intero nevrasse in RM con gadolinio).<br />
Possono presentare una componente cistica associata ad una componente solida oppure essere<br />
esclusivamente solidi.<br />
• Radiologia convenzionale e tomografia computerizzata non dimostrano alterazioni significative.<br />
• Risonanza magnetica. Nell’esame di base il nodulo murale appare di 1-2 cm di diametro,<br />
isointenso in T1 e iperintenso in DP e T2, mentre la cavità cistica associata, se presente, mostra<br />
un segnale di tipo liquorale (ipointenso in T1 e più marcatamente iperintenso in DP e<br />
T2). Il reperto più importante ai fini diagnostici è l’osservazione di aree di vuoto di segnale<br />
all’interno del nodulo solido, dovute alla presenza di vasi, altamente suggestiva di emangioblastoma.<br />
Possono essere presenti prodotti di degradazione dell’emoglobina dovuti a pregresse<br />
minime emorragie intralesionali.<br />
• Somministrazione di mezzo di contrasto. In risonanza magnetica il potenziamento è costante<br />
e marcato; consente di differenziare meglio la componente solida da quella cistica e<br />
di individuare noduli tumorali di piccole dimensioni.<br />
• Mielografia e mielo-TC. Oltre all’aumento delle dimensioni del midollo spinale, evidenziano<br />
la presenza di vasi arteriosi e vene piali di drenaggio dilatati a livello dello spazio subaracnoideo.<br />
• Angiografia digitale. Il nodulo tumorale si caratterizza per il prolungato ristagno ematico<br />
e i vasi afferenti ed efferenti dilatati.<br />
Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica