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Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

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798<br />

1. Fratture<br />

del mascellare<br />

2. Fratture<br />

orbitarie<br />

(→ 29:E18)<br />

3. Ematomi<br />

orbitari<br />

4. Altre fratture<br />

E • Traumi della regione facciale e dell’orbita<br />

Le fratture del mascellare sono stata classificate da Le Fort in tre tipi fondamentali:<br />

– Le Fort I, in cui la linea di frattura interessa le ossa mascellari, e si estende attraverso gli<br />

antri delle ossa mascellari, il setto nasale ed interessa anche i processi pterigoidei;<br />

– Le Fort II, in cui la linea di frattura interessa le ossa nasali e si estende lateralmente obliquamente<br />

verso il basso passa attraverso la parete mediale dell’orbita, il pavimento dell’orbita,<br />

l’antro mascellare e i processi pterigoidei;<br />

– Le Fort III, in cui la linea di frattura interessa le ossa nasali, passa attraverso le pareti orbitarie<br />

mediale, posteriore, laterale, l’arco zigomatico e i processi pterigoidei.<br />

Nella pratica clinica le fratture sono di norma più complesse, ma possono essere spesso ricondotte<br />

a questi tre tipi.<br />

La radiologia convenzionale può evidenziare le lesioni, ma il loro bilancio completo e l’eventuale<br />

coinvolgimento delle strutture anatomiche adiacenti richiede uno studio TC.<br />

Le fratture orbitarie si classificano in:<br />

– orbitali superiori;<br />

– dell’apice orbitario;<br />

– infero-mediali;<br />

– infero-laterali;<br />

– del pavimento orbitario o da scoppio, che è la più comune;<br />

– plurime.<br />

Indipendentemente dalla localizzazione, possono essere comminute e si possono evidenziare<br />

ematomi intraorbitari.<br />

Il tipo più frequente è la frattura da scoppio in cui si osserva frequentemente enfisema orbitario<br />

(presenza di aria nella cavità orbitaria), causato da frattura etmoidale o mascellare e incarceramento<br />

del tessuto adiposo e di muscoli oculomotori (retto inferiore o mediale).<br />

Le fratture del tetto orbitario possono anche causare un meningocele o un meningoencefalocele;<br />

le fratture dell’apice possono determinare lesioni del nervo ottico.<br />

• La radiografia convenzionale evidenzia le fratture ma non consente un bilancio completo<br />

delle lesioni a carico delle strutture endo-orbitarie.<br />

• La tomografia computerizzata dimostra in maniera ottimale tutte queste lesioni, e gli eventuali<br />

corpi estranei, ma deve essere eseguita con una tecnica rigorosa: studio per l’osso, acquisizione<br />

di strati sottili in alta risoluzione, assiali e coronali. Le scansioni assiali permettono di<br />

studiare meglio le fratture delle pareti laterali, mediali e dell’apice; le scansioni coronali le lesioni<br />

del tetto e del pavimento.<br />

• La risonanza magnetica è estremamente utile nell’evidenziare possibili ematomi delle guaine<br />

del nervo ottico, che appaiono iperintensi in T1.<br />

Sono conseguenti a fratture che abbiano causato lesioni vasali, o alla rottura di una varice venosa,<br />

di un angioma cavernoso o di un linfangioma.<br />

Clinicamente si presentano con una esoftalmia ad insorgenza improvvisa.<br />

• Tomografia computerizzata. Evidenzia una massa iperdensa endo-orbitaria.<br />

• Risonanza magnetica. Si osservano le alterazioni di segnale tipiche di un ematoma e descritte<br />

nel capitolo dedicato alle lesioni vascolari.<br />

È possibile distinguere fratture mandibolari, zigomatiche, delle ossa nasali, orbito-nasali, fronto-orbito-nasali,<br />

fronto-orbitarie.<br />

Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica

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