Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro
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1. Fratture<br />
del mascellare<br />
2. Fratture<br />
orbitarie<br />
(→ 29:E18)<br />
3. Ematomi<br />
orbitari<br />
4. Altre fratture<br />
E • Traumi della regione facciale e dell’orbita<br />
Le fratture del mascellare sono stata classificate da Le Fort in tre tipi fondamentali:<br />
– Le Fort I, in cui la linea di frattura interessa le ossa mascellari, e si estende attraverso gli<br />
antri delle ossa mascellari, il setto nasale ed interessa anche i processi pterigoidei;<br />
– Le Fort II, in cui la linea di frattura interessa le ossa nasali e si estende lateralmente obliquamente<br />
verso il basso passa attraverso la parete mediale dell’orbita, il pavimento dell’orbita,<br />
l’antro mascellare e i processi pterigoidei;<br />
– Le Fort III, in cui la linea di frattura interessa le ossa nasali, passa attraverso le pareti orbitarie<br />
mediale, posteriore, laterale, l’arco zigomatico e i processi pterigoidei.<br />
Nella pratica clinica le fratture sono di norma più complesse, ma possono essere spesso ricondotte<br />
a questi tre tipi.<br />
La radiologia convenzionale può evidenziare le lesioni, ma il loro bilancio completo e l’eventuale<br />
coinvolgimento delle strutture anatomiche adiacenti richiede uno studio TC.<br />
Le fratture orbitarie si classificano in:<br />
– orbitali superiori;<br />
– dell’apice orbitario;<br />
– infero-mediali;<br />
– infero-laterali;<br />
– del pavimento orbitario o da scoppio, che è la più comune;<br />
– plurime.<br />
Indipendentemente dalla localizzazione, possono essere comminute e si possono evidenziare<br />
ematomi intraorbitari.<br />
Il tipo più frequente è la frattura da scoppio in cui si osserva frequentemente enfisema orbitario<br />
(presenza di aria nella cavità orbitaria), causato da frattura etmoidale o mascellare e incarceramento<br />
del tessuto adiposo e di muscoli oculomotori (retto inferiore o mediale).<br />
Le fratture del tetto orbitario possono anche causare un meningocele o un meningoencefalocele;<br />
le fratture dell’apice possono determinare lesioni del nervo ottico.<br />
• La radiografia convenzionale evidenzia le fratture ma non consente un bilancio completo<br />
delle lesioni a carico delle strutture endo-orbitarie.<br />
• La tomografia computerizzata dimostra in maniera ottimale tutte queste lesioni, e gli eventuali<br />
corpi estranei, ma deve essere eseguita con una tecnica rigorosa: studio per l’osso, acquisizione<br />
di strati sottili in alta risoluzione, assiali e coronali. Le scansioni assiali permettono di<br />
studiare meglio le fratture delle pareti laterali, mediali e dell’apice; le scansioni coronali le lesioni<br />
del tetto e del pavimento.<br />
• La risonanza magnetica è estremamente utile nell’evidenziare possibili ematomi delle guaine<br />
del nervo ottico, che appaiono iperintensi in T1.<br />
Sono conseguenti a fratture che abbiano causato lesioni vasali, o alla rottura di una varice venosa,<br />
di un angioma cavernoso o di un linfangioma.<br />
Clinicamente si presentano con una esoftalmia ad insorgenza improvvisa.<br />
• Tomografia computerizzata. Evidenzia una massa iperdensa endo-orbitaria.<br />
• Risonanza magnetica. Si osservano le alterazioni di segnale tipiche di un ematoma e descritte<br />
nel capitolo dedicato alle lesioni vascolari.<br />
È possibile distinguere fratture mandibolari, zigomatiche, delle ossa nasali, orbito-nasali, fronto-orbito-nasali,<br />
fronto-orbitarie.<br />
Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica