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Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

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788<br />

6. Vasculopatie e<br />

vasculiti<br />

7. Aneurismi<br />

fusiformi<br />

8. Aneurismi<br />

dissecanti<br />

1. Leucomalacie<br />

periventricolari<br />

Il lupus eritematoso sistemico (10% dei pazienti presenta emorragie intracraniche), l’arterite di Takayasu,<br />

la displasia fibromuscolare, l’uso di cocaina sono associati al possibile sviluppo di aneurismi,<br />

probabilmente causato con un meccanismo di danno vasale.<br />

Sono ectasie vasali dovute a grave aterosclerosi, che causa un danno della tunica media. Si sviluppano<br />

in pazienti anziani. Interessano spesso l’arteria basilare (megadolicobasilare).<br />

• Tomografia computerizzata. L’arteria interessata appare isodensa, aumentata di calibro,<br />

con massive calcificazioni parietali. La somministrazione di contrasto permette di evidenziare<br />

meglio l’aumento di calibro del lume vasale e la tortuosità del vaso.<br />

L’aneurisma trombizzato è spontaneamente iperdenso e non si potenzia dopo contrasto.<br />

• Risonanza magnetica. È importante per la possibilità di chiarire i rapporti tra l’aneurisma,<br />

gli altri vasi e i nervi cranici. Permette di individuare eventuali infarti del tronco cerebrale<br />

dovuti a occlusione dei vasi perforanti causati dalla trombosi endoluminale o da compressione<br />

diretta dell’aneurisma sui vasi stessi.<br />

• Angio-RM ed angio-TC. Confermano la presenza dell’aneurisma fusiforme.<br />

• Angiografia digitale. Non fornisce ulteriori informazioni rispetto all’angio-RM e all’angio-<br />

TC.<br />

Sono caratterizzati dall’accumulo di sangue nella parete arteriosa (a livello della tunica media), conseguente<br />

ad un danno a carico della tunica intima. Se l’ematoma provoca la dissezione dell’intima<br />

si verifica una stenosi o anche una occlusione del lume dell’arteria; se l’ematoma penetra fino all’avventizia<br />

si forma un aneurisma, delimitato dall’avventizia stessa.<br />

La dissezione vasale può essere spontanea o secondaria a cause traumatiche (ferita penetrante,<br />

fratture del rachide cervicale, manipolazioni, attività fisica,) vasculopatiche (displasia fibromuscolare,<br />

sindrome di Marfan), ipertensione, contraccettivi orali, farmaci simpaticomimetici, infezioni<br />

faringee.<br />

Di norma interessa i vasi extracranici e con particolare frequenza la carotide interna, al di sopra del<br />

bulbo carotideo, e l’arteria vertebrale. Meno frequenti sono le dissezioni della porzione intrapetrosa, cavernosa<br />

o sovraclinoidea della carotide interna, di solito causate da fratture della base cranica.<br />

Può causare infarti cerebrali anche emorragici.<br />

• La risonanza magnetica mostra un ematoma parivascolare, con restringimento del lume<br />

vasale e gli eventuali infarti cerebrali.<br />

• L’angiografia digitale, l’angio-TC e l’angio-RM evidenziano una stenosi vasale che può interessare<br />

la carotide interna dal bulbo carotideo fino alla base cranica, e l’arteria vertebrale<br />

dalla seconda vertebra cervicale alla base cranica. La metodica che permette un bilancio<br />

completo della lesione è sicuramente l’angiografia digitale.<br />

G • Encefalopatie iposso-ischemiche<br />

Sono particolarmente frequenti nei neonati pretermine.<br />

La lesione è a carico della sostanza bianca profonda, periventricolare, specie paratrigonale e intorno<br />

ai corni frontali.<br />

Il danno iposso-ischemico deve essere collocato temporalmente nei primi 2 trimestri di vita; anche<br />

se il meccanismo fisiopatologico in causa è dibattuto, si ritiene che in questo periodo la sostanza<br />

bianca periventricolare sia particolarmente sensibile all’ipossia perché esiste una immaturità della<br />

distribuzione vascolare caratterizzata, in confronto all’adulto, da un minore sviluppo delle arterie<br />

periventricolari.<br />

Dal punto di vista anatomo-patologico si sviluppano, nelle aree colpite, fenomeni necrotici, che<br />

subiscono una evoluzione in senso necrotico-cistico più che gliotico, a causa dell’età gestazionale<br />

(l’encefalo acquista la capacità di sviluppare una reazione gliotica intorno alla 30 a settimana di vita<br />

gestazionale); le cisti necrotiche, di dimensioni molto piccole, si aprono nei ventricoli, dando un<br />

aspetto festonato alle pareti ventricolari.<br />

• Ecografia. Documenta in fase acuta sia le lesioni infartuali (iperecogene) sia le cisti paraventricolari<br />

(ipoecogene). Non è indicata in fase cronica, a causa del difficile riconoscimento<br />

di aree gliotiche.<br />

• Tomografia computerizzata. Evidenzia una dilatazione dei ventricoli laterali (più accentuata<br />

a livello degli atri, che hanno forma squadrata), le cui pareti appaiono festonate. La sostanza<br />

bianca periventricolare appare ipodensa, ridotta quantitativamente; a volte si mettono<br />

in evidenza piccole cavità cistiche nel suo contesto.<br />

Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica

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