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Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

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42 • <strong>Diagnostica</strong> <strong>morfologica</strong>: <strong>Neuroradiologia</strong><br />

Sono, di norma, isolate ma possono essere multiple (sindromi di Rendu-Osler-Weber, Wyburn-<br />

Mason).<br />

L’85% interessa gli emisferi cerebrali, il 15% è localizzato a livello della fossa cranica posteriore.<br />

Si estendono dalla superficie degli emisferi cerebrali alla corteccia e alla sostanza bianca.<br />

Danno origine frequentemente a emorragie intra-assiali; il rischio cumulativo di sanguinamento<br />

è valutato, nelle diverse casistiche, dal 2 al 4% per anno; l’intervallo medio tra un episodio emorragico<br />

e il successivo è di 7,7 anni; a seguito dell’episodio emorragico, il 30% dei pazienti muore ed il<br />

25% presenta deficit permanenti. Le piccole dimensioni, il drenaggio profondo, la localizzazione<br />

peri o intraventricolare, la presenza di aneurismi all’interno del nido sembrano essere fattori correlati<br />

ad una più elevata frequenza di sanguinamento.<br />

Sono formate da un nido (rete di vasi anomali, senza letto capillare), nutrito da vasi afferenti dilatati<br />

(rami delle arterie cerebrali anteriore, media o posteriore) e drenato da vasi venosi ugualmente<br />

dilatati (tributari del sistema venoso superficiale o profondo); all’interno della malformazione si<br />

può evidenziare tessuto gliotico; le calcificazioni sono comuni. Spesso (8-12% dei casi) si evidenziano<br />

aneurismi dovuti al flusso, che – a loro volta – possono sanguinare.<br />

La sintomatologia clinica è dovuta agli episodi emorragici ed al furto di sangue ai danni del tessuto<br />

cerebrale sano adiacente causando crisi convulsive o deficit neurologici.<br />

• Tomografia computerizzata. La maggior parte delle malformazioni artero-venose può essere<br />

identificata sull’esame in bianco: sono evidenti calcificazioni grossolane (25-30% dei<br />

casi), i vasi del nido appaiono spontaneamente iperdensi, serpiginosi, si evidenziano le eventuali<br />

emorragie acute, il relativo edema perilesionale e l’effetto massa.<br />

• Risonanza magnetica. Il nido, i vasi afferenti ed efferenti sono evidenti a causa del vuoto di<br />

segnale determinato dal flusso di sangue. Fenomeni trombotici possono essere sospettati se esistono<br />

aree di iperintensità all’interno dei vasi. Emorragie in differenti stadi evolutivi, a volte a<br />

evoluzione atipica vengono facilmente evidenziate, come pure eventuali aree di gliosi.<br />

Non è affidabile nella valutazione delle dimensioni post-trattamento, perché i vasi trombizzati<br />

sono difficilmente differenziabili dai vasi pervi.<br />

• Somministrazione di mezzo di contrasto. In tomografia computerizzata, dopo somministrazione<br />

di contrasto, i vasi diventano iperdensi, e nido, vasi afferenti ed efferenti possono essere<br />

facilmente evidenziati. In risonanza magnetica non fornisce ulteriori informazioni utili.<br />

• RM funzionale. Gli studi di attivazione possono fornire informazioni essenziali sui rapporti<br />

tra la malformazione ed aree funzionalmente importanti (es.: aree motorie, Broca).<br />

• Angio-RM. Può essere di grande importanza nella pianificazione dell’intervento chirurgico,<br />

perché può essere “sovrapposta”, in modalità 3D allo studio RM di base, dando preziose<br />

informazioni relative ai rapporti anatomici della malformazione. Permette di formulare<br />

un primo bilancio delle caratteristiche morfologiche e di flusso delle malformazioni, anche<br />

se meno accurato di quanto possibile in angiografia digitale.<br />

• Angiografia digitale. Se tomografia computerizzata e risonanza magnetica hanno una<br />

ottima sensibilità nei confronti di questo tipo di lesioni, lo studio risolutivo è sicuramente<br />

ancora l’angiografia digitale. È, inoltre, il solo esame in grado di formulare un bilancio<br />

completo della malformazione, identificandone i vasi afferenti, il nido e le sue reali dimensioni<br />

anche dopo il trattamento (chirurgico, radioterapico o endoluminale) e conseguente<br />

parziale trombosi, il drenaggio venoso (superficiale o profondo), eventuali aneurismi<br />

legati al flusso.<br />

La valutazione delle dimensioni della malformazione richiede correzioni matematiche delle<br />

misure rilevate sul monitor, funzione dell’ingrandimento usato per acquisire le immagini.<br />

La lesione appare in fase arteriosa precoce (specie se ad alto flusso), i vasi afferenti sono facilmente<br />

riconoscibili perché dilatati, il nido è formato da un “gomitolo” di vasi di vario calibro,<br />

serpiginosi, le vene di drenaggio sono dilatate ed appaiono già in fase arteriosa.<br />

Anche l’angiografia digitale può dare origine a falsi negativi, specie se la malformazione è di<br />

piccole dimensioni e qualora essa abbia sanguinato, poiché l’effetto massa causato dall’emorragia<br />

può comprimere la malformazione stessa; in questi casi è importante ripetere l’esame<br />

a distanza di almeno due mesi dal sanguinamento.<br />

Fistole artero-venose durali<br />

Si suppone che queste lesioni siano acquisite, a seguito di trombosi di seni venosi; questo fenomeno<br />

potrebbe causare, infatti, una dilatazione di vasi arteriosi e venosi presenti nella parete dei seni,<br />

con formazione di anomale comunicazioni tra le arterie (rami della carotide esterna) ed i seni venosi.<br />

D’altronde la stenosi o la trombosi di seni venosi è di frequente riscontro in questi pazienti.<br />

Tendono a localizzarsi a livello della fossa cranica posteriore e della base cranica; i seni venosi più<br />

frequentemente interessati sono i seni trasversi, sigmoidi e cavernosi.<br />

I pazienti hanno età compresa tra i 40 e i 60 anni. La sintomatologia è funzione della localizzazione.<br />

È estremamente importante valutare le modalità di drenaggio venoso: se esso avviene attraverso<br />

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