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Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

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3. Protrusioni<br />

discali<br />

(→ 34:III)<br />

4. Ernie discali<br />

(→ 34:III,BDE)<br />

• Il diametro dei canali di coniugazione può essere valutato in radiologia convenzionale<br />

sulle proiezioni oblique a livello cervicale e sulle proiezioni latero-laterali a livello lombare;<br />

in tomografia computerizzata direttamente sulle scansioni assiali acquisite o su ricostruzioni<br />

multiplanari; in risonanza magnetica su scansioni oblique parasagittali a livello cervicale,<br />

sulle scansioni sagittali a livello lombare.<br />

Sono dovute a una perdita di elasticità dell’anulus fibroso, con conseguente protrusione del disco<br />

intervertebrale al di là dei margini dei corpi vertebrali, che determina stenosi del canale spinale, dei<br />

canali di coniugazione e possibili compressioni del sacco durale e delle radici spinali.<br />

È importante osservare che una protrusione discale è differenziabile da una ernia discale solo sul<br />

piano anatomo-patologico oppure facendo ricorso alla discografia, in quanto sostanzialmente differiscono<br />

l’una dall’altra per l’integrità o meno dell’anulus fibroso che contiene il nucleo polposo.<br />

Sempre sul piano anatomo-patologico una protrusione discale, ed a maggior ragione una ernia discale,<br />

si accompagna a fenomeni degenerativi a carico del disco che consistono dapprima in una sua<br />

disidratazione e successivamente nella formazione di gas al suo interno.<br />

Il quadro clinico è estremamente variabile, funzione di un insieme di fattori anatomici; le protrusioni<br />

discali sono spesso reperti occasionali.<br />

La localizzazione più frequente è a livello cervicale e lombare; raramente vengono riscontrate a<br />

livello toracico.<br />

• Radiologia convenzionale. Riduzione dello spazio intersomatico e presenza di gas nello<br />

spazio intersomatico (aumento della radiotrasparenza) sono i soli reperti che si possono osservare<br />

in questi casi. Ovviamente possono coesistere altre alterazioni degenerative, per<br />

esempio osteofiti dei corpi vertebrali.<br />

• Tomografia computerizzata. Nelle forme iniziali si osserva una perdita della normale concavità<br />

posteriore, nelle forme avanzate si evidenzia una diffusa, simmetrica protrusione di<br />

materiale di densità discale oltre il limite posteriore del piatto vertebrale.<br />

L’eventuale degenerazione discale è evidenziata dalla presenza di aree discrete ipodense a livello<br />

del disco, dovute alla formazione di gas (degenerazione vacuolare).<br />

• Risonanza magnetica. I reperti sono sostanzialmente simili a quelli descritti per la tomografia<br />

computerizzata, ma la possibilità di studiare la morfologia discale sul piano sagittale<br />

e di evidenziare direttamente il sacco durale e il suo contenuto facilita la valutazione della<br />

situazione anatomica.<br />

La degenerazione discale può essere evidenziata in stadi più precoci che in TC, perché la<br />

RM permette di dimostrare eventuali disidratazioni discali (ipointensità del disco nelle sequenze<br />

pesate in DP e T2), che precedono la formazione di gas all’interno del disco.<br />

• Mielografia e mielo-TC. I reperti sono sostanzialmente simili a quelli descritti per la stenosi del<br />

canale spinale, ma ovviamente le compressioni extradurali possono essere facilmente attribuite<br />

a protrusioni discali attraverso l’analisi comparata della mielografia e della mielo-TC.<br />

• Discografia e disco-TC. Sono le sole tecniche che permettono la diagnosi differenziale tra<br />

protrusione discale ed ernia discale, in quanto documentano con precisione lo stato del disco<br />

intervertebrale e l’integrità o meno dell’anulus fibroso.<br />

La protrusione discale è caratterizzata da degenerazione discale con un anulus fibroso sostanzialmente<br />

integro.<br />

La degenerazione discale è dimostrata dall’aumento della capacità discale (in condizioni fisiologiche<br />

la capacità di ricevere contrasto di un disco è di circa 0,5-0,7 ml di mezzo di contrasto),<br />

con iniziali fessurazioni dell’anulus fibroso.<br />

Queste tecniche possono fornire anche importanti informazioni di tipo clinico, al momento<br />

dell’iniezione intradiscale del mezzo di contrasto; infatti se il disco intervertebrale<br />

a livello del quale si sta iniettando il mezzo di contrasto è responsabile del quadro clinico<br />

riferito dal paziente, si può osservare un riacutizzarsi della sintomatologia accusata<br />

dal paziente, dovuta sostanzialmente all’aumento della pressione intradiscale causato<br />

dall’iniezione.<br />

• Diagnosi differenziale. I criteri di differenziazione tra una protrusione discale ed una ernia<br />

sono già stati discussi.<br />

Sono estroflessioni focali del nucleo polposo del disco intervertebrale attraverso una soluzione di<br />

continuo dell’anulus fibroso.<br />

Anche l’espressione clinica di una ernia discale è estremamente variabile in quanto correlata alla<br />

situazione anatomica complessiva del rachide; nei pazienti di età superiore ai 60 anni, un terzo dei<br />

pazienti asintomatici presenta una o più ernie discali.<br />

Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica

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