29.05.2013 Views

Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

7. Lesioni vascolari<br />

diverse<br />

1. Encefalomalacie<br />

2. Fistole<br />

liquorali<br />

3. Diabete<br />

insipido<br />

4. Cisti<br />

leptomeningee<br />

5. Igromi<br />

42 • <strong>Diagnostica</strong> <strong>morfologica</strong>: <strong>Neuroradiologia</strong><br />

• Somministrazione di mezzo di contrasto. Dopo somministrazione di contrasto si osserva,<br />

in tomografia computerizzata, e si conferma, in risonanza magnetica, l’aumento del volume<br />

del seno cavernoso interessato; in tomografia computerizzata si evidenzia anche la descritta<br />

dilatazione della vena oftalmica superiore; l’assenza di presa di contrasto della vena oftalmica<br />

superiore ne suggerisce una trombosi.<br />

• Angiografia digitale. Si dimostra la diretta comunicazione tra la carotide interna e il seno<br />

cavernoso, con opacizzazione del seno stesso; è possibile individuare le vene di drenaggio<br />

(vene oftalmiche inferiori e superiori, seni petrosi, vene corticali).<br />

È necessario esplorare anche la carotide controlaterale, per valutare l’efficacia dei circoli<br />

collaterali (possibile sacrificio della carotide coinvolta).<br />

• Angio-RM. Se eseguita con tecnica phase-contrast può evidenziare l’inversione del flusso<br />

a livello delle vene oftalmiche.<br />

Gli pseudoaneurismi e aneurismi dissecanti sono già stati descritti nella sezione dedicata agli aneurismi<br />

(→ § III,F).<br />

Le lacerazioni e le trombosi dei seni venosi e delle vene corticali sono rare, associate a fratture<br />

del cranio. Possono causare infarti venosi.<br />

D • Sequele (→ 17:M; 46:D2)<br />

Sono gli esiti gliotici delle contusioni corticali e delle lesioni assonali diffuse; si evidenzia inoltre una<br />

dilatazione degli spazi subaracnoidei e delle cavità ventricolari adiacenti all’area encefalomalacica<br />

(dilatazione ex-vacuo).<br />

Le aree encefalomalaciche appaiono ipodense in tomografia computerizzata; sono ipointense in T1 e<br />

iperintense in DP e T2 in risonanza magnetica. Ovviamente le aree di gliosi non assumono il contrasto.<br />

Aree marcatamente ipointense in T2, specie in gradient-echo, suggeriscono la presenza di prodotti di degradazione<br />

dell’emoglobina (emosiderina e ferritina), causata da emorragie nel focolaio lesionale.<br />

L’80% delle fistole liquorali sono causate da fratture della base cranica.<br />

La lesione della base cranica è spesso molto piccola e localizzata in regione frontale; il drenaggio<br />

avviene nei seni etmoidali o sfenoidali. Il 20% dei casi è complicato da meningiti ricorrenti.<br />

• La tomografia computerizzata (strati coronali ad alta risoluzione) può dimostrare la soluzione<br />

di continuo ossea.<br />

• La cisterno-TC può evidenziare il passaggio del mezzo di contrasto dagli spazi subaracnoidei<br />

alla cavità nasale.<br />

• In risonanza magnetica si può osservare sulle scansioni pesate in T2 la presenza di liquor<br />

a livello della cavità nasale, ma spesso non si riesce a precisare in maniera ottimale l’esatta<br />

localizzazione della soluzione di continuo ossea.<br />

Può essere causato da infarto ipotalamico secondario, per lo più, ad ernia transtentoriale discendente<br />

oppure a lesione del peduncolo ipofisario.<br />

• La risonanza magnetica evidenzia gli infarti ipotalamici come aree ipo-isointense in T1 e<br />

iperintense in DP e T2. In condizioni fisiologiche la neuroipofisi può essere identificata sulle<br />

scansioni sagittali pesate in T1 come una area di ipersegnale localizzata posteriormente all’adenoipofisi;<br />

la neuroipofisi, in questi casi, può non essere più identificabile.<br />

La eventuale resezione del peduncolo ipofisario può essere facilmente individuata sulle<br />

scansioni sagittali pesate in T1, ed in questi casi si osserva – occasionalmente – un’area di<br />

ipersegnale a livello della parte terminale del peduncolo ipofisario reciso.<br />

Sono sequele di fratture craniche con lacerazioni durali.<br />

Sono l’evoluzione di un ematoma subdurale o raccolte di liquor nello spazio subdurale causate<br />

da soluzione di continuo dell’aracnoide.<br />

In entrambi i casi la raccolta ha le medesime caratteristiche densitometriche e di segnale del liquor.<br />

La differenziazione da una atrofia si basa sull’osservazione – in risonanza magnetica – della posizione<br />

delle vene corticali: nell’igroma subdurale le vene corticali si dispongono all’esterno della<br />

raccolta, in prossimità del suo margine interno, adese alla superficie corticale; nella atrofia le<br />

vene corticali attraversano lo spazio subaracnoideo aumentato di ampiezza.<br />

797

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!