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Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

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834<br />

3. Meningiomi<br />

delle guaine del<br />

nervo ottico<br />

(→ 29:E12)<br />

4. Angiomi<br />

cavernosi<br />

(→ 29:E14)<br />

5. Angiomi<br />

capillari<br />

I rari gliomi del nervo ottico che insorgono in età adulta tendono ad avere un comportamento<br />

più aggressivo.<br />

Possono interessare uno o entrambi i nervi ottici e il chiasma estendendosi ai tratti ottici, ai corpi<br />

genicolati laterali e alle radiazioni ottiche; la crescita è in direzione centripeta.<br />

Il quadro clinico è caratterizzato da riduzione dell’acuità visiva, proptosi, atrofia ottica, papilledema.<br />

• Tomografia computerizzata. Evidenzia, particolarmente sulle scansioni coronali, un aumento<br />

di calibro del nervo ottico, e del relativo canale (finestre per l’osso), in caso di sviluppo<br />

intracanalicolare. La massa è disposta concentricamente al nervo stesso. Non è possibile<br />

individuare e distinguere il nervo ottico dalla massa, nemmeno dopo contrasto. Le calcificazioni<br />

sono molto rare, possono esistere cisti intratumorali ipodense.<br />

• Risonanza magnetica. La massa è isointensa in T1 e iperintensa in DP e T2. È possibile<br />

studiare facilmente anche l’eventuale estensione retrograda del tumore. Si conferma l’aumento<br />

di calibro del nervo ottico e l’impossibilità di individuare un piano di clivaggio tra tumore<br />

e nervo ottico.<br />

• Somministrazione di mezzo di contrasto. Il potenziamento è di entità variabile.<br />

• Diagnosi differenziale. Si pone con il meningioma, che si presenta più frequentemente in<br />

pazienti di età media, è eccentrico al nervo ottico e può essere distinto da quest’ultimo, soprattutto<br />

sulle scansioni coronali T2 o T1 dopo gadolinio.<br />

Sono più frequenti in pazienti nella 4ª-5ª decade di età; mostrano una netta predilezione per il sesso<br />

femminile. Il 16% di questi tumori si presenta in pazienti affetti da neurofibromatosi I, a volte<br />

bilateralmente.<br />

Sono adesi alla guaine meningee che avvolgono il nervo ottico, ma hanno spesso una disposizione<br />

eccentrica al nervo ottico.<br />

Il quadro clinico è caratterizzato da proptosi, limitazione della motilità oculare, diminuzione del<br />

visus, papilledema, atrofia ottica.<br />

• Tomografia computerizzata. Sono iperdensi al nervo ottico; il 20-50% di queste neoplasie<br />

presenta calcificazioni. I bordi della lesione si presentano lievemente irregolari, con un<br />

aspetto nodulare.<br />

• Risonanza magnetica. Sono isointensi in T1 e leggermente iperintensi in DP e T2, difficilmente<br />

differenziabili dal nervo ottico specie se di piccole dimensioni.<br />

• Somministrazione di mezzo di contrasto. Il potenziamento è di norma marcato e permette,<br />

specie sulle scansioni coronali, di distinguere il nervo ottico dalla massa tumorale; sono estremamente<br />

utili le tecniche di soppressione del grasso. In RM è possibile anche apprezzare l’eventuale<br />

interessamento dell’apice orbitario e del segmento intracanalicolare del nervo ottico<br />

(particolarmente utili le scansioni parasagittali orientate sull’asse del nervo ottico).<br />

• Diagnosi differenziale. Si veda quanto già detto a proposito del glioma del nervo ottico.<br />

Sono i tumori intraorbitari più comuni.<br />

Il picco di incidenza si estende dalla 2 a alla 5 a decade di vita; è più frequente nel sesso femminile.<br />

È di forma ovoidale, a volte sono presenti aree emorragiche al suo interno, causa proptosi.<br />

• Ecografia. Permette, di norma, di porre la diagnosi, evidenziando una massa iperecogena,<br />

a limiti netti, con spazi vascolari all’interno.<br />

• Tomografia computerizzata. Evidenzia una massa intraconica rotondeggiante o ovale<br />

spontaneamente iperdensa che può causare effetto massa sul nervo ottico o sui muscoli oculari<br />

ed improntare le pareti ossee.<br />

• Risonanza magnetica. Sono isointensi in T1 e iperintensi in DP e T2. Spesso si riesce a<br />

mettere in evidenza la presenza di una capsula ipointensa in T2.<br />

• Somministrazione di mezzo di contrasto. Il potenziamento è disomogeneo; in particolare<br />

in RM è possibile evidenziare aree di presa di contrasto (spazi vascolari) alternati ad aree caratterizzate<br />

da assenza di presa di contrasto.<br />

• Diagnosi differenziale. La diagnosi è frequentemente ecografica; tuttavia l’evidenziazione<br />

in RM di una lesione intraconica capsulata dovrebbe fare evocare questa possibilità diagnostica.<br />

Sono individuati durante il 1° anno di vita ed hanno una evoluzione regressiva.<br />

Appaiono come masse bluastre localizzate al quadrante supero-nasale dell’orbita, più evidenti<br />

quando il neonato piange.<br />

Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica

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