Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro
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1. Cefaloceli<br />
VIII - MALFORMAZIONI CRANIO-ENCEFALICHE<br />
A • Possibilità delle singole metodiche diagnostiche<br />
Il fine delle indagini neuroradiologiche è formulare un bilancio completo delle malformazioni<br />
presenti, che spesso sono multiple.<br />
L’ecografia transfontanellare consente tale bilancio ma solamente in età neonatale.<br />
La risonanza magnetica è la metodica di scelta in età infantile, a livello cranico e spinale, specie<br />
quando sia necessaria una accurata valutazione del paziente in ottica prechirurgica; è richiesta<br />
la sedazione dei pazienti non collaboranti. In particolare le sequenze inversion-recovery<br />
e le “spoiled” gradient-echo sono di grande utilità nella valutazione dei disturbi della<br />
migrazione neuronale.<br />
La tomografia computerizzata è sufficiente alla diagnosi della maggior parte dei quadri malformativi,<br />
ad eccezione dei disturbi della migrazione neuronale; è indispensabile allo studio<br />
della patologia ossea, specie qualora vengano utilizzate le ricostruzioni tridimensionali.<br />
L’utilizzazione del mezzo di contrasto è consigliato esclusivamente nello studio delle facomatosi.<br />
La RM funzionale (studi di attivazione) può dare informazioni estremamente importanti relative<br />
alla effettiva localizzazione topografica di aree funzionalmente importanti; infatti il recupero<br />
funzionale di lesioni che interessino la corteccia cerebrale del feto o del neonato entro<br />
il primo anno di vita avviene attraverso fenomeni di riorganizzazione che possono modificare<br />
profondamente la nota suddivisione in aree funzionali della corteccia (Brodmann);<br />
è evidente che conoscere la reale distribuzione topografica delle aree corticali funzionalmente<br />
importanti è fondamentale nella programmazione chirurgica.<br />
Recentemente sono stati pubblicati studi di attivazione relativi alla possibilità di localizzare<br />
focolai epilettici, anche in assenza di lesioni <strong>morfologica</strong>mente evidenti.<br />
B • Malformazioni sopratentoriali<br />
Sono erniazioni del contenuto cranico attraverso difetti delle strutture ossee che delimitano la cavità<br />
cranica, classificate tra le turbe dell’induzione dorsale (tab. 14).<br />
Più esattamente è possibile distinguere i meningoceli, erniazioni di leptomeningi e liquor, dai meningoencefaloceli<br />
in cui si verifica anche una erniazione del tessuto cerebrale.<br />
Sono più frequentemente di origine congenita, ma possono anche essere acquisiti a seguito di<br />
traumi o interventi chirurgici.<br />
L’incidenza dei cefaloceli congeniti è di 1 caso su 10.000 nati.<br />
Possono essere associati ad altre anomalie congenite (sindrome di Meckel, Arnold-Chiari II e III,<br />
oloprosencefalia, Dandy-Walker, Klippel-Feil).<br />
La localizzazione più frequente del difetto osseo è occipitale; altre possibili localizzazioni sono<br />
occipito-cervicali, interparietali, laterali (lungo le suture coronariche, lambdoidee), interfrontali,<br />
bregmatici, sfeno-orbitali, sfenomascellari, frontoetmoidali, nasofaringei, temporali.<br />
• Ecografia. Ne può permettere la diagnosi pre e postnatale, evidenziando il difetto osseo,<br />
oppure se il cefalocele è di grandi dimensioni, una massa adiacente al cranio fetale;<br />
uno studio ecografico accurato può consentire la diagnosi anche delle malformazioni associate.<br />
• Radiografia convenzionale. Si evidenzia il difetto cranico, il più delle volte mediano e con<br />
margini sclerotici e una opacità extracranica dovuta al tessuto cerebrale erniato.<br />
• Tomografia computerizzata. Il meningocele ha densità liquorale, il meningoencefalocele è<br />
isodenso al tessuto cerebrale. Il difetto osseo può essere messo in evidenza ricorrendo anche<br />
alle ricostruzioni multiplanari e volumetriche.<br />
• Risonanza magnetica. Dimostra la contiguità del cefalocele con le meningi e con il tessuto<br />
cerebrale.<br />
Il segnale può essere di tipo liquorale o tissutale, ma a volte il tessuto cerebrale erniato presenta<br />
iperintensità di segnale in DP e T2, in conseguenza di fenomeni gliotici.<br />
Di particolare importanza è la ricerca di eventuali malformazioni associate, specie di displasie<br />
corticali.<br />
• Diagnosi differenziale. In presenza di un cefalocele fronto-etmoidale si pone nei confronti<br />
delle eterotopie cerebrali nasali e dei seni dermici nasali.<br />
Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica