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Diagnostica morfologica: Neuroradiologia - Centauro

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1. Retinoblastomi<br />

832<br />

IX - PATOLOGIA ORBITARIA<br />

A • Possibilità delle singole metodiche diagnostiche<br />

Il fine delle indagini neuroradiologiche è localizzare e porre la corretta diagnosi dei diversi<br />

fenomeni patologici che possono interessare le orbite.<br />

Le indagini neuroradiologiche devono essere condotte con tecnica adeguata allo studio di<br />

questa regione (→ 29).<br />

L’ecografia è di particolare interesse nello studio delle lesioni del globo oculare e del segmento<br />

anteriore delle orbite; è la sola tecnica che permette uno studio dinamico, ricavando,<br />

per esempio, preziose informazioni sulla risposta alla compressione di una massa localizzata<br />

nel segmento anteriore dell’orbita.<br />

In tomografia computerizzata il piano di studio migliore è quello coronale; dovrebbero essere<br />

acquisite scansioni di ridotto spessore (da 1 a 3 mm). In alternativa, se il paziente non riesce<br />

a mantenere la posizione necessaria all’acquisizione delle scansioni coronali, o per integrare<br />

l’esame è possibile acquisire un pacchetto contiguo di scansioni assiali, e ricostruire<br />

le immagini sugli altri piani (coronale e sagittale); data l’elevata radiosensibilità del cristallino<br />

è assolutamente necessario evitare esami ripetuti (RM) o privi di adeguate indicazioni;<br />

utili nello studio delle malformazioni ossee e dei traumi le ricostruzioni tridimensionali. Di<br />

particolare importanza l’evidenziazione di eventuali calcificazioni del globo oculare.<br />

La risonanza magnetica è la tecnica ideale per seguire nel tempo l’evoluzione di lesioni patologiche<br />

retrobulbari, in considerazione della sua ripetibilità (assenza di radiazioni ionizzanti),<br />

della sua elevata sensibilità, della risoluzione spaziale che pur inferiore a quella<br />

consentita dalla TC è più che adeguata allo studio della regione. È importante utilizzare<br />

bobine di superficie, che permettono di migliorare il rapporto segnale/rumore delle immagini<br />

acquisite. Altro accorgimento necessario è l’utilizzazione della tecnica di soppressione<br />

del grasso, che permette di eliminare dalle immagini ottenute l’iperintensità di segnale<br />

dovuta al grasso orbitario, che altrimenti può disturbarne la lettura. Anche in RM è<br />

necessario utilizzare scansioni di ridotto spessore (2-3 mm), a costo di un aumento del<br />

tempo di esame.<br />

B • Lesioni oculari<br />

Sono tumori del globo oculare più comune in età infantile; il 98% di questi tumori si manifesta in<br />

bambini di età inferiore ai 3 anni.<br />

Nel 65% dei casi è un tumore sporadico e monolaterale, nel 35% dei casi è ereditario, autosomico<br />

dominante a penetranza variabile, spesso bilaterale. Nella forma ereditaria si osservano altre neoplasie,<br />

quali pineoblastomi, sarcomi, fibrosarcomi, melanomi, carcinomi basocellulari, rabdomiosarcomi.<br />

I retinoblastomi tendono a metastatizzare per via ematogena o liquorale, attraverso gli spazi subaracnoidei<br />

dei nervi ottici.<br />

Clinicamente si manifestano nel 60% dei pazienti con una leucocoria, fenomeno che si osserva<br />

quando la luce non viene riflessa dalla retina a causa di una interferenza dovuta a un qualunque tessuto<br />

opaco che ostacola il passaggio della luce attraverso il globo oculare; il 50% delle leucocorie è<br />

dovuta a retinoblastomi, il restante 50% ai cosiddetti pseudogliomi (malattia di Coats, persistenza<br />

iperplasica del vitreo primitivo ecc.).<br />

• Esame del fundus. È nella maggior parte dei casi sufficiente a porre la diagnosi; se accurato<br />

può individuare lesioni fino a 0,02 mm di diametro.<br />

• Ecografia. Insieme all’esame del fundus è sufficiente a porre la diagnosi, evidenziando<br />

una massa intraoculare posteriore parzialmente calcifica; non permette, tuttavia, di valutare<br />

eventuali estensioni lungo le vie ottiche retrobulbari.<br />

• Tomografia computerizzata. Si evidenziano calcificazioni massive nella porzione posteriore<br />

del globo oculare, con estensione nel corpo vitreo, che sono presenti nel 95% dei pazienti.<br />

L’individuazione di calcificazioni oculari in pazienti di età inferiore ai 3 anni è fortemente<br />

sospetta per retinoblastoma.<br />

• Risonanza magnetica. Il retinoblastoma è lievemente iperintenso in T1 e DP e ipointenso<br />

in T2. Il possibile distacco di retina associato è iperintenso in T1 ma di segnale variabile in<br />

DP e T2, dipendentemente dal contenuto proteico e dalla presenza di prodotti di degradazione<br />

dell’emoglobina.<br />

• Somministrazione di mezzo di contrasto. Il potenziamento è minimo; acquisendo immagi-<br />

Parte Quinta • Procedimenti diagnostici nella patologia neurochirurgica

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