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Mia nonna sul gioco basava la sua e la mia esistenza.<br />

Ogni <strong>in</strong>izio mese ritirava la pensione <strong>in</strong> posta e <strong>il</strong> giorno stesso si<br />

recava dalla padrona di casa <strong>per</strong> pagare l’affitto e le spese<br />

condom<strong>in</strong>iali, l’alloggio era assicurato <strong>per</strong> un altro mese. Faceva dei<br />

rapidi conti e metteva <strong>in</strong> alcune buste i soldi <strong>per</strong> le utenze, ognuna<br />

con la sua <strong>in</strong>testazione, luce, gas e quant’altro.<br />

Non rimanevano che poche migliaia di lire.<br />

Mia nonna, ultra sessantenne, terza elementare non conclusa, con<br />

poche nozioni d’aritmetica, con tanta f<strong>il</strong>osofia di vita, quelle migliaia<br />

di lire le metteva nel gioco.<br />

Per lei <strong>il</strong> governo della casa, fare la spesa, preparare la cena, girare<br />

<strong>per</strong> negozi d’abbigliamento, erano degli optional della vita. Mai vista<br />

lavare panni e stirarli, cuc<strong>in</strong>are, preparare la tavola, lavare i bicchieri,<br />

i piatti e le posate, troppa confusione, tempo sprecato, meglio<br />

restare al Cam<strong>in</strong>ito, lì era tutto pronto.<br />

Per me quello era un modo naturale di vivere, non provavo<br />

<strong>in</strong>vidia di chi aveva genitori o nonni che se ne andavano dalla<br />

spiaggia un’ora prima <strong>per</strong> preparare <strong>il</strong> pranzo e la cena.<br />

Quello che faceva mia nonna era ben fatto, lei faceva sempre la<br />

cosa giusta.<br />

Era rimasta vedova giovane e <strong>in</strong> circostanze drammatiche, tali che<br />

<strong>in</strong> seguito non volle sa<strong>per</strong>ne di risposarsi.<br />

Il marito era stato ucciso dai partigiani alla f<strong>in</strong>e della seconda<br />

guerra mondiale, lei rimase da sola con una figlia adolescente.<br />

I primi anni del dopo guerra non furono fac<strong>il</strong>i <strong>per</strong> due donne<br />

giovani <strong>in</strong> un paese di prov<strong>in</strong>cia senza controllo sociale,<br />

considerando che si erano trovate dalla parte sbagliata, quella che<br />

aveva <strong>per</strong>so, anche se loro non sapevano cosa volesse dire.<br />

Mai mi disse cosa fece <strong>per</strong>ché non subissero conseguenze, mi fece<br />

<strong>in</strong>tendere che le um<strong>il</strong>iazioni furono tante.<br />

Mia madre trovò lavoro <strong>in</strong> città nella più importante fabbrica di<br />

biciclette dell’epoca.<br />

Il dest<strong>in</strong>o volle che rimanesse <strong>in</strong>c<strong>in</strong>ta, mio padre era o<strong>per</strong>aio nella<br />

stessa fabbrica.<br />

Entrambi m<strong>in</strong>orenni, la situazione fu gestita dalle rispettive madri,

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