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iscotti piccoli e gustosi, mi accarezzava gli occhi.<br />

L’aria era profumata, le signore che frequentavano la maison, <strong>per</strong><br />

quel poco che riuscivo a vedere e a sentire, parlavano <strong>in</strong> un modo<br />

strano e usavano term<strong>in</strong>i a me <strong>in</strong>comprensib<strong>il</strong>i.<br />

A casa, l’unica cosa che <strong>in</strong>teressava a mia madre era che <strong>il</strong> denaro<br />

fosse esatto e che rispecchiasse <strong>il</strong> bigliett<strong>in</strong>o dei conti che mi aveva<br />

dato, guardava <strong>il</strong> foglio delle ord<strong>in</strong>azioni e alzava gli occhi al cielo.<br />

Mia nonna <strong>in</strong> città soffrì. Le mancavano gli spazi a<strong>per</strong>ti, la<br />

campagna, la gente della casc<strong>in</strong>a, c’era troppo rumore. Venne con<br />

noi solo <strong>per</strong> stare vic<strong>in</strong>o a me, ma la convivenza con i miei genitori<br />

<strong>in</strong> un appartamento cittad<strong>in</strong>o si rivelò un disastro.<br />

Non appena riuscì a ottenere la pensione sociale e quella<br />

reversib<strong>il</strong>e del marito defunto, si trasferì al mare, <strong>in</strong> una località a lei<br />

sconosciuta, scelta secondo criteri che non mi furono chiari.<br />

Io non potevo starle lontano.<br />

Non riconoscevo la mia famiglia senza di lei, mangiavo poco, ero<br />

diventato irascib<strong>il</strong>e, volevo stare solo, lanciavo oggetti <strong>per</strong> la casa,<br />

distruggevo i libri di scuola, pasticciavo i quaderni.<br />

Lo psicologo non ci mise molto a capire che la causa del mio<br />

malessere era un affetto spezzato. Mi promisero che se mi fossi<br />

comportato bene e se fossi stato promosso, <strong>il</strong> giorno successivo a<br />

quello della f<strong>in</strong>e della scuola mi avrebbero portato al mare dalla<br />

nonna.<br />

-No, non <strong>il</strong> giorno dopo, <strong>il</strong> giorno stesso, non c’è bisogno di<br />

accompagnarmi, vado da solo e torno <strong>il</strong> giorno prima dell’<strong>in</strong>izio<br />

della scuola.<br />

Con <strong>il</strong> benestare dello psicologo mi concessero tutto.<br />

La mia vita era con mia nonna, che consideravo unica e<br />

immortale. Lei poteva fare qualsiasi cosa, vivere nel modo più<br />

strano, <strong>per</strong> me andava bene, l’avrei seguita ovunque, mi sarei<br />

adattato a ogni situazione.<br />

Giocava a scala quaranta durante <strong>il</strong> giorno, andava nelle case da<br />

gioco la sera. V<strong>in</strong>ceva <strong>per</strong>ché si accontentava di modeste somme,<br />

<strong>per</strong>deva di rado, <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio era positivo, avevamo quel poco che ci<br />

bastava <strong>per</strong> vivere, mi faceva trovare nelle tasche del denaro <strong>per</strong> non

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