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La stanza <strong>in</strong> cui mi trovavo era immersa <strong>in</strong> un s<strong>il</strong>enzio tombale,<br />

non udivo rumori esterni e le voci provenire dalla casa stessa.<br />

Se <strong>in</strong>torno a me regnava <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio, dentro di me urlavo<br />

dall’agitazione.<br />

“Durante l’ultima spensierata estate della mia vita conosco una<br />

ragazza straniera e me ne <strong>in</strong>namoro. Trascorriamo venti giorni da<br />

sogno, poi la forzata partenza, l’elaborazione del distacco, <strong>il</strong> ritorno<br />

<strong>in</strong> città, un lavoro <strong>in</strong>aspettato, le lettere senza risposta, la visita del<br />

falso Mister Russo <strong>per</strong> conoscermi, <strong>il</strong> biglietto aereo di sola andata,<br />

l’abbandono della casa dei miei genitori”.<br />

Tutto <strong>in</strong> meno di un anno. La mia partenza non era stata <strong>in</strong><br />

discussione, ero già maggiorenne, decidevo delle mie azioni senza<br />

condizionamenti mentali e territoriali, dovevo fare la mia vita.<br />

Avevo lasciato <strong>il</strong> mio paese, attraversato l’oceano, mi trovavo <strong>in</strong><br />

un altro cont<strong>in</strong>ente, non conoscevo la l<strong>in</strong>gua, <strong>il</strong> clima.<br />

In altre parole avevo fatto un salto nel buio.<br />

“Come avrei potuto sa<strong>per</strong>e che <strong>il</strong> manager italo argent<strong>in</strong>o fosse <strong>il</strong><br />

padre di Carla? Che la famiglia fosse benestante? Con un m<strong>in</strong>imo di<br />

ragionamento qualcosa avrei dovuto <strong>in</strong>tuire, Carla non è <strong>il</strong> tipo di<br />

donna che mi avrebbe fatto partire <strong>per</strong> procurarmi disagio, <strong>in</strong> Italia<br />

avevo un lavoro, una famiglia, doveva garantirmi altrettanto, come<br />

m<strong>in</strong>imo”.<br />

Ricordai le parole di Loretta che mi aveva fatto notare quel<br />

plurale, ti aspettiamo.<br />

Io questi ragionamenti non li avevo fatti.<br />

Il mio lontano amore m’<strong>in</strong>vitava a partire.<br />

Mi bastava, <strong>il</strong> mio futuro sarebbe stato un prolungamento <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito<br />

di quei venti giorni.<br />

“Sono orgoglioso di me stesso, della mia partenza senza<br />

esitazione”.<br />

Mi addormentai.<br />

Si ‘sta voce te canta d<strong>in</strong>t’o core

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