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“Perbacco, questo paese è più avanti del mio, noi dovevamo<br />

aspettarle al term<strong>in</strong>al <strong>per</strong> lungo tempo, <strong>qui</strong> ci pensano loro a<br />

portarle a casa!”<br />

Salimmo su un comodo ed elegante van con i vetri oscurati.<br />

Ci aiutarono due <strong>in</strong>dividui che se fossi stato solo li avrei evitati, <strong>il</strong><br />

loro volto aveva l<strong>in</strong>eamenti che non avevo mai visto e che mi<br />

turbavano, non parlavano, ma sembravano efficienti.<br />

Uno dei due si mise alla guida, l’altro di fianco.<br />

Noi uom<strong>in</strong>i nei due sed<strong>il</strong>i centrali, le due donne dietro. Il viaggio<br />

f<strong>in</strong>o a casa fu lungo, un’ora circa.<br />

Sarebbe durato ancor di più se l’autista non avesse compiuto<br />

manovre al limite del codice della strada, fuori dal buon senso, ma<br />

fatte come se sapesse di godere di una certa impunità.<br />

Quando entrammo nella capitale federale, mi resi conto di essere<br />

<strong>in</strong> un altro mondo.<br />

“Dicono che sia una città dallo st<strong>il</strong>e europeo, chissà le altre!”<br />

Transitammo <strong>per</strong> quartieri poveri e poco dignitosi, con strade<br />

polverose prive di segnaletica, case basse e <strong>per</strong>icolanti, tanti bamb<strong>in</strong>i<br />

<strong>per</strong> le strade, sporcizia, degrado, disord<strong>in</strong>e nelle piccole cose, la<br />

gente viveva più nelle strade che <strong>in</strong> casa, nessuno sembrava al lavoro<br />

o a scuola.<br />

“Altro che le case popolari della mia città!”<br />

Il van era ovattato e climatizzato, non sentivo gli odori, non avevo<br />

contatti con l'esterno, come se vedessi tutto <strong>in</strong> televisione, e ne fui<br />

lieto.<br />

Mister Solaro mi parlava della città, mi enunciava dei numeri, tutti<br />

più grandi di quelli cui ero abituato, avevo <strong>il</strong> tempo <strong>per</strong> verificare di<br />

<strong>per</strong>sona.<br />

Dietro di noi le due donne parlavano di argomenti diversi dai<br />

nostri, un paio di volte mi voltai nel tentativo di partecipare ai loro<br />

discorsi ma ottenni soltanto un sorriso. Carla mi toccò la spalla,<br />

voleva dirmi:<br />

“Ce l'abbiamo fatta”.<br />

La famiglia Solaro abitava a Recoleta che con Palermo era <strong>il</strong><br />

quartiere più elegante della capitale federale, niente a che vedere con

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