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Giugno e settembre erano i mesi più tran<strong>qui</strong>lli. La nostra unica<br />

occupazione era trovare una ragazza con la quale trascorrere qualche<br />

giorno, tutti quelli che a lei erano concessi di ferie.<br />

In quei <strong>per</strong>iodi c’erano le giovani mamme con <strong>il</strong> bimbo al seguito<br />

e a volte anche la nonna.<br />

Erano disponib<strong>il</strong>i, con loro era garantito <strong>il</strong> rapporto completo,<br />

con tutte le varianti possib<strong>il</strong>i, a patto che portassimo un regalo,<br />

bastava una bottiglia di v<strong>in</strong>o o un mazzo di fiori.<br />

Nel f<strong>in</strong>e settimana cambiavano spiaggia e i mariti se le godevano<br />

loro.<br />

Nei mesi di luglio e agosto le cose cambiavano, arrivavano le<br />

turiste, le italiane dalle grandi città e le straniere, francesi, tedesche,<br />

<strong>in</strong>glesi e olandesi.<br />

Tous les garçons et le f<strong>il</strong>les de mon âge<br />

Il mese d’agosto me lo annunciava mia nonna, avvertendomi che<br />

sarebbero arrivati i miei genitori con mia sorella.<br />

La loro presenza la metteva <strong>in</strong> imbarazzo, povera donna.<br />

Da una parte erano assicurati pasti regolari senza spendere denaro<br />

e senza l’impiccio di prepararli, dall’altra era diffic<strong>il</strong>e nascondere le<br />

uscite notturne, mentre <strong>il</strong> gioco delle carte era tollerato alla stessa<br />

stregua di un <strong>in</strong>nocuo passatempo.<br />

Mia madre considerava la roulette un vizio e aveva ragione, ma<br />

quello che le premeva di più era cosa avrebbe pensato la gente.<br />

L’ultima lunga estate da studente diplomato fu <strong>in</strong>tensa.<br />

C’era stata una ragazza ventenne piemontese, piccoletta, espansiva<br />

e comunicativa, rotonda quel tanto che bastava da renderla<br />

gradevole. La serata <strong>in</strong>iziava al c<strong>in</strong>ema, la sala c<strong>in</strong>ematografica <strong>in</strong><br />

estate non era frequentata al primo spettacolo, quello delle otto e<br />

mezzo al quale noi andavamo, mettendoci <strong>in</strong> fondo, all’<strong>in</strong>izio della<br />

f<strong>il</strong>a.<br />

Lei <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m lo voleva vedere, qualunque fosse, e <strong>in</strong>tanto ci<br />

accarezzavamo. Ansimava <strong>in</strong> modo contenuto, <strong>in</strong>terrompevamo le

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