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Dorando Pietri tra mito e realtà - Carpidiem

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Os<strong>tra</strong>cismo in Italia verso il professionismo sportivo<br />

Già immediatamente dopo il trionfale rientro di <strong>Dorando</strong> in Italia, il giornale “Il<br />

Tempo”, usciva con una critica pesante all’enorme risalto dato a tutta la vicenda: “[...]<br />

Si potrebbe credere che, a Londra non abbiano conosciuto altro italiano illustre, né il<br />

Foscolo, né il Rossetti prima del piccolo <strong>Dorando</strong> <strong>Pietri</strong>. E’ un emballement che da la<br />

nausea. Noi amiamo i ludi ginnici che conferiscono forza al corpo, e serenità allo spirito,<br />

troviamo in essi un contributo notevole al miglioramento della razza; ma quando,<br />

a forza di trenarsi con dieta carnea, con l'astensione, dall'amore e col massaggio, il<br />

ginnasta si <strong>tra</strong>sforma in una macchina compassata, compulsata, regolata a ora e a<br />

minuto, quando noi lo vediamo arrischiare la vita, che è sacra, senza alcuno scopo di<br />

utilità sociale, ma solo per afferrare un coppa o uno chèque, noi vediamo in questi tour<br />

de force niente altro che un volgare saltimbanchismo quattrinaio...”<br />

Nel settembre successivo, alla vigilia della partenza in America, <strong>Dorando</strong> invitato da il<br />

Secolo a presenziare e assolvere il ruolo di starter nella maratona milanese il cui trofeo<br />

messo in palio era a lui intitolato, avendo egli accettato di esibirsi alla sala Volta di un<br />

cinematografo, venne pesantemente criticato dalla stessa Gazzetta dello Sport e<br />

quindi sospeso da il Secolo dal ruolo di starter e annullata la denominazione della<br />

coppa a suo nome.<br />

Ondino Miselli, a proposito del professionismo sportivo di <strong>Dorando</strong>, commentava:<br />

“<strong>Dorando</strong> rappresentava il campione, lo sportivo, uno che aveva guadagnato dei soldi,<br />

uno che era diventato ricco! <strong>Dorando</strong> ha guadagnato molto, ma all'estero... poi il fratello<br />

Ulpiano, che era andato all'estero a fare il cameriere e sapeva un po' l'inglese e lo spagnolo,<br />

gli servì da agente d'affari... e presero una quantità di soldi: una cosa<br />

inimmaginabile!...in Italia non attecchiva, perché c'era troppa miseria... in Inghilterra,<br />

in America... L’America è sempre stata l'America!..!' "Perché gli Americani hanno una<br />

sola parola: business che vuol dire affari... Il fratello aveva capito che era il momento e<br />

gli dice: - Guarda che qua noi dobbiamo pigliare dei soldi... Guarda che noi dobbiamo diventare<br />

ricchi. Capisci o non capisci?! là il tuo momento! - Il fratello era un segugio, un<br />

affarista, un volpino..”<br />

Guadagnava e correva molto ma all’estero, sganciato da qualsiasi società sportiva, per<br />

se stesso e per il fratello Ulpiano che gli faceva da manager. Se da un lato le sue vittorie<br />

all’estero inorgoglivano lo spirito nazionale, dall’altro montava un umore critico dai <strong>tra</strong>tti<br />

velatamente salaci. <strong>Dorando</strong> non era più il garzone pasticcere che con volontà praticava<br />

il podismo, bensì era passato al professionismo sportivo, idealmente ancora lontano<br />

dalla <strong>realtà</strong> italiana.<br />

Ritaglio dalla stampa sportiva inglese conservato dalla Società Ginnastica “La Patria” - Carpi

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