Dorando Pietri tra mito e realtà - Carpidiem

La fotografia come eccezionale mezzo di promozione dell’immagine
Nel primo decennio del ’900, seppure la fotografia fosse già il mezzo per eccellenza
per documentare eventi e supporto formidabile alle cronache di qualsiasi genere, il ritratto
alla persona continuava ad avere un carattere accentuatamente elittario. Il fotografo
Umberto Becchi, nato nel 1900, avviato dal padre al mestiere ancora nella
preadolescenza, riportava come il ritratto fosse ancora così esclusivo che in molti arrivavano
al decesso senza averne uno e si tentasse post/morte di rimediarvi.
Dorando comprende l’importanza della fotografia come promozione della propria immagine
e, oltre alla documentazione curata dai reporter dell’epoca relativa ai vari
eventi sportivi che lo vedevano interprete, in prima persona si sottopone all’obbiettivo
di professionisti. Molte immagini sono risolte in formato cartolina ed usate come
omaggio con dedica ai suoi tanti estimatori. Emblematico il fatto che di maratoneti
suoi contemporanei come Pericle e Armando Pagliani, Emilio Lunghi, Gualtiero Corsini
ed altri, a fatica, attingendo dalla stampa sportiva dell’epoca, sia rintracciabile una
manciata di immagini per ognuno. Le fotografie di Dorando in formato cartolina ma
anche a stampa cartonata a cura del fotografo autore del ritratto, sono conservate,
oltre ché presso associazioni sportive, centri culturali, ovviamente presso suoi eredi,
e nei cassetti di non pochi privati che, non essendosi mai spento l’eco della sua fama,
le tengono gelosamente, alcuni le collezionano senza escludere valutazioni di tipo
speculativo, tant’è che le immagini di Dorando sono rintracciabili anche su aste on
line.
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Tutti le immagini sono tratte dalla raccolta di Rosanna Dimitri e del C.R.E.