Dorando Pietri tra mito e realtà - Carpidiem

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Ritornò a Carpi poche volte, una di queste, forse l’ultima, veniva ricordata da
Ondino Miselli: “[…] Siamo nel 1941... in piazza, davanti al caffè del teatro,
era la fine di ottobre, i primi di novembre. Siamo in guerra e parlavamo del
momento, quando ad un tratto, venendo da Porta Modena, vediamo sbucare
un omettino con una spalla in su, a passo di bersagliere... niente in testa... E
io dico:- Ma guarda, è Dorando quello là! Ueh! Dorando, vieni qua.- Dorando
si volta e dice:- Ehi là!- E così ci troviamo in quattro che parliamo di quello
che accade. A un certo punto dico io:- Sentite ragazzi, vi faccio una proposta:
dovete sapere che da Cimbro [osteria] c’è del lambrusco nuovo. Poi andiamo
a comperare un chilo di marroni [caldarroste]. Così andiamo là e ci raccontiamo
le nostre storie...- da Cimbro, in quella sala piena di fumo e di giocatori,
ci mettiamo in un angolo, parliamo del più e del meno, del passato, della
storia di Dorando, gli facciamo un mucchio di domande... A un certo punto
salta fuori uno che dice:- Mi piacerebbe sapere chi di noi quattro muore per
primo.- ... Dorando dice:- Sono io il primo a morire.-… Continuiamo a bere e
a mangiare e poi andiamo fuori: c’è una certa malinconia. Dorando si defila
e va alla stazione a prendere il treno… Uno va da una parte, uno dall’altra e
io vado a casa. e mi rimane questo ricordo:- Io muoio prima.- Passa un po’
di tempo. Febbraio 1942, nel Corriere della Sera, in terza pagina c’era scritto:
-San Remo. Ieri pomeriggio alle ore due, improvvisamente è morto il
famoso maratoneta Dorando Pietri di Carpi. Aveva 57 anni...”