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Dorando Pietri tra mito e realtà - Carpidiem

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Da Maratoneta ad albergatore<br />

I notevoli proventi economici derivanti dall’estenuante vicenda sportiva, tutta consumata all’estero, totalmente<br />

svincolati da qualsivoglia società sportiva, venivano impiegati nell’apertura di una grandioso<br />

albergo.<br />

In Grand Hotel <strong>Dorando</strong> apriva i battenti in coincidenza di una delle crisi a livello economico <strong>tra</strong> le più<br />

sensibili vissute da Carpi.<br />

Già sul finire del primo decennio del ’900, la svolta fortemente industriale in<strong>tra</strong>presa dalle maggiori<br />

aziende del truciolo, mos<strong>tra</strong>va tutta la sua debolezza, specialmente in ragione della secolare organizzazione<br />

del lavoro, basato fondamentalmente sulla manodopera a domicilio. Si verificava che la piccola<br />

impresa riusciva ad essere altamente competitiva con quella grande, fino a determinarne la chiusura o<br />

il forte ridimensionamento e ripensamento. In quegli anni gli industriali locali individuarono manodopera<br />

più che a buon mercato nei paesi mediorientali e, oltre a diminuire le assunzioni stagionali, ridussero<br />

le paghe degli operai di un terzo delle tariffe stabilite. Intanto chiudeva la neo impresa Loria, seguita<br />

dalla tintoria Menada e altri importanti imprenditori passavano dalla produzione al solo commercio, portando<br />

le loro sedi anche all’estero. Sempre meno i commercianti di questo settore che si portavano<br />

Carpi.<br />

La meccanizzazione del lavoro agricolo, se da un lato determinava la perdita di giornate lavorative per<br />

molto del bracciantato locale quanto mai esacerbato da una miseria sempre più incalzante, dall’altro<br />

metteva a repentaglio anche l’antica conduzione a mezzadria, poiché richiedeva il ridimensionamento<br />

del numero dei componenti la famiglia: gli esuberi andavano ad ingrossare le fila dei braccianti disoccupati.<br />

La macchina, citata anche come krumira, era divenuta forte strumento di ricatto rispetto a qualsiasi<br />

tipo di rivendicazione. Tra la fine del primo decennio del ’900 e l’inizio del secondo si concen<strong>tra</strong>rono<br />

numerosissimi scioperi ai quali, nel 1911, aderì persino la mezzadria.<br />

L’abbattimento delle mura, visto dagli amminis<strong>tra</strong>tori socialisti come logica e moderna evoluzione della<br />

città, con<strong>tra</strong>stato seppur mitemente dai conservatori e fortemente osteggiato dalla locale Commissione<br />

di Deputazione Storia Patria, apparve anche come soluzione immediata alla disoccupazione.<br />

La Carpi cantata dall’Hans Semper, en<strong>tra</strong>ta nel novero delle Cento Città d’Italia, mutava radicalmente e<br />

irreversibilmente il suo volto, perdendo parte del suo fascino: per non pochi anni dovette apparire come<br />

un cantiere.<br />

Il progetto perorato da Alfredo Bertesi di un aereoporto militare nelle valli di Cortile naufragava.<br />

Fino ad arrivare alla Grande Guerra.<br />

Il Grand’Hotel di <strong>Dorando</strong>, pensato e progettato in un “sogno” diverso rispetto al contesto venutosi a<br />

creare, era destinato a naufragare rovinosamente nel volgere di qualche anno.<br />

Così come la stampa locale non aveva speso qualche riga per l’inaugurazione, altrettanto fece per la sua<br />

chiusura.<br />

Foto Pietro Foresti - Riproduzione dalla stampa originale a cura del C.R.E.<br />

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