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Iliade

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del frettoloso eroe. Lungi di poco<br />

dalla tenda scontrollo il suo fedele<br />

Merïon, che venìa d'altr'asta in cerca.<br />

Figlio di Molo, Idomenèo gli disse,<br />

ove corri sì ratto? e perché lasci,<br />

diletto amico Merïon, la pugna?<br />

Se' tu forse ferito, e qualche punta<br />

ti tormenta di strale? od a recarmi<br />

qualche avviso ne vieni? Andiam, ch'io stesso<br />

non di riposi, ma di pugna ho brama.<br />

Vengo, rispose Merïon, d'un'asta<br />

a provedermi, Idomenèo, se alcuna<br />

te ne rimase al padiglion. La mia<br />

alla scudo la ruppi del feroce<br />

Dëìfobo. - Non una, il re riprese,<br />

ma venti, se le brami, alla parete<br />

ne troverai poggiate entro la tenda,<br />

tutte belle e troiane e da me tolte<br />

ad uccisi nemici. Io li combatto<br />

sempre dappresso, e così d'aste io feci<br />

e d'elmetti e di scudi ombelicati<br />

e di lucidi usberghi un tanto acquisto.<br />

Ed io pur nella tenda e nella nave<br />

ho molte spoglie de' Troiani in serbo,<br />

soggiunse Merïon; ma lungi or sono.<br />

E neppur io mi spero in obblïanza<br />

aver posto il valor; ché anch'io ne' campi<br />

della gloria so starmi in mezzo ai primi,<br />

quando di Marte la tenzon si desta.<br />

Forse al più degli Achei mal noto in guerra<br />

è il mio valor, ma tu il conosci, io spero.<br />

Sì, lo conosco, Idomenèo riprese,<br />

ma che ridirlo or tu? L'agguato è il campo<br />

ove in sua chiarità splende il coraggio,<br />

e dal codardo si discerne il prode.<br />

Color cangia il codardo, e il cor mal fermo<br />

non gli permette di tenersi immoto<br />

un solo istante; mancagli il ginocchio,<br />

sul calcagno s'accascia, e immaginando<br />

vicino il suo morir, l'alma nel seno<br />

palpita e trema dibattendo i denti.<br />

Ma collocato nell'insidia il forte<br />

né cor cangia né volto, e della zuffa<br />

il momento sospira. E a noi tenuti<br />

tra' più gagliardi, se l'andar ne tocchi<br />

d'un agguato al periglio, a noi pur anco<br />

e del tuo braccio e del tuo cor palese<br />

si farìa la virtù. Se nella pugna<br />

fia che ti colga un qualche telo, al certo<br />

il tergo no ma piagheratti il petto,<br />

e diritto corrente all'inimico,

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