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Iliade

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a cui dintorno fu costrutto il muro;<br />

perocché il lido, benché largo, tutte<br />

non potea contenerle, ed acervate<br />

stavan le schiere. Statuiti adunque<br />

l'uno appo l'altro, come scala, i legni<br />

tutto empieano del lido il lungo seno<br />

quanto del mare ne chiudean le gole.<br />

Scossi al trambusto, che s'udìa, que' duci,<br />

e di saper lo stato impazïenti<br />

della battaglia, ne venìan conserti,<br />

alle lance appoggiati, e gravi il petto<br />

d'alta tristezza. Terror loro accrebbe<br />

del veglio la comparsa, e Agamennóne<br />

elevando la voce: O degli Achei<br />

inclita luce, Nestore Nelìde,<br />

perché lasci la pugna, e qui ne vieni?<br />

Temo, ohimè! che d'Ettòr non si compisca<br />

la minacciata nel troian consesso<br />

fiera parola di non far ritorno<br />

nella città, se pria spenti noi tutti,<br />

tutte in faville non mettea le navi.<br />

Ecco il detto adempirsi. Eterni Dei!<br />

Dunque in ira son io, come ad Achille,<br />

a tutto il campo acheo, sì che non voglia<br />

più pugnar dell'armata alla difesa?<br />

Ahi! pur troppo l'evento è manifesto,<br />

Nestor rispose, né disfare il fatto<br />

lo stesso tonator Giove potrebbe.<br />

Il muro, che de' legni e di noi stessi<br />

riparo invitto speravam, quel muro<br />

cadde, il nemico ne combatte intorno<br />

con ostinato ardire e senza posa:<br />

né, come che tu l'occhio attento volga,<br />

più ti sapresti da qual parte il danno<br />

degli Achivi è maggior, tanto son essi<br />

alla rinfusa uccisi, e tanti i gridi<br />

di che l'aria risuona. Or noi qui tosto,<br />

se verun più ne resta util consiglio,<br />

consultiamo il da farsi. Entrar nel forte<br />

della mischia non io però v'esorto,<br />

ché mal combatte il battaglier ferito.<br />

Saggio vegliardo, replicò l'Atride,<br />

poiché fino alle tende hanno i nemici<br />

spinta la pugna, e più non giova il vallo<br />

né della fossa né dell'alto muro,<br />

a cui tanto sudammo, e invïolato<br />

schermo il tenemmo delle navi e nostro,<br />

chiaro ne par che al prepossente Giove<br />

caro è il nostro perir su questa riva<br />

lungi d'Argo, infamati. Il vidi un tempo<br />

proteggere gli Achei; lui veggo adesso

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