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Iliade

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che ben s'adegui con tre morti il conto<br />

d'un solo? Inane fu il tuo vanto, o folle.<br />

Viemmi a fronte e vedrai qual io mi vegna<br />

qui rampollo di Giove. Ei primo ceppo<br />

Minosse generò giusto di Creta<br />

conservator, Minosse il generoso<br />

Deucalïone, e questi me nell'ampia<br />

Creta di molto popolo signore;<br />

ed ora a Troia mi portâr le navi<br />

a te fatale e al padre e a tutti i Teucri.<br />

Stette all'acre parlar fra due sospeso<br />

Dëìfobo, se in cerca retroceda<br />

d'un valoroso che l'aiuti, o s'egli<br />

si cimenti pur solo. In tal pensiero<br />

ir d'Anchise al figliuol gli parve il meglio,<br />

e negli estremi lo trovò del campo<br />

stante e il cor roso di perpetuo cruccio,<br />

perché lui, che tra' prodi avea gran fama,<br />

inonorato il re troian lasciava.<br />

Venne a lui dunque, e così disse: Enea<br />

chiaro de' Teucri capitan: se cura<br />

de' congiunti ti tocca, il tuo cognato<br />

esanime soccorri. Andiam, la morte<br />

vendichiam d'Alcatòo che un dì marito<br />

di tua sorella t'educò bambino,<br />

e ch'or d'Idomenèo l'asta ti spense.<br />

Si commosse l'eroe racceso il petto<br />

del desìo della pugna, ed alla volta<br />

d'Idomenèo volò. Né già si volse<br />

come fanciullo in fuga il re cretese,<br />

ma fermo stette ad aspettarlo. E quale<br />

cinghial che sente le sue forze, aspetta<br />

in solitario loco alla montagna<br />

de' cacciator la turba: alto sul dosso<br />

arriccia il pelo, e una terribil luce<br />

lampeggiando dagli occhi i denti arruota,<br />

di sbaragliar le torme impazïente<br />

degli uomini e de' cani: in tal sembianza<br />

fermo si stava Idomenèo, l'assalto<br />

aspettando d'Enea. Pur volto a' suoi,<br />

Ascàlafo chiamonne ed Afarèo<br />

e Dëipìro e Merïone e Antìloco<br />

mastri di guerra, e gl'incitò con queste<br />

ratte parole: Amici, a darmi assalto<br />

corre il figlio d'Anchise: egli è di stragi<br />

operator gagliardo, e ciò che forma<br />

il maggior nerbo, ha pur degli anni il fiore.<br />

Io son qui solo, né del par la fresca<br />

gioventù mi sorride. Ove ciò fosse,<br />

con questo cor qui tosto glorïoso<br />

o lui mia morte, o me la sua farebbe.

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