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Iliade

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colla palma il terren. Dier piega allora<br />

i primi in zuffa, ripiegossi ei pure<br />

l'illustre Ettorre, e con orrende grida<br />

d'Ippòtoo e Forci strascinâr gli Argivi<br />

le morte salme, e le spogliâr. Compresi<br />

di viltade i Troiani, e dalle greche<br />

lance incalzati allor verso le rocche<br />

sarìan d'Ilio fuggiti, e avrìan gli Argivi<br />

contro il decreto del tonante Iddio<br />

in lor solo valor vinta la pugna,<br />

se Apollo a tempo la virtù d'Enea<br />

non ridestava. Le sembianze ei prese<br />

dell'Epitide araldo Perifante,<br />

che in tale officio a molta età venuto<br />

del vecchio Anchise nelle case, istrutta<br />

di fedeli consigli avea la mente.<br />

Così cangiato, a lui disse il divino<br />

figlio di Giove: Enea, l'eccelsa Troia<br />

contro il volere degli Dei periglia.<br />

Ché non la cerchi di salvar? l'esemplo<br />

ché non imiti degli eroi ch'io vidi<br />

d'ogni cimento trïonfar, fidàti<br />

nel valor, nell'ardir, nella fortezza<br />

del proprio petto e delle molte schiere<br />

che li seguìano, invitte alla paura?<br />

Più che agli Achivi, a noi Giove per certo<br />

consente la vittoria; ma chi fugge<br />

trepido e schiva di pugnar, la perde.<br />

Fisse a tai detti Enea lo sguardo in viso<br />

al saettante nume, e lo conobbe;<br />

e d'Ettore alla volta alzando il grido,<br />

Ettore, ei disse, e voi degli alleati<br />

capitani e de' Teucri, oh qual vergogna<br />

s'or per nostra viltà domi dal ferro<br />

de' bellicosi Achei risaliremo<br />

d'Ilio le mura! Un Dio m'apparve, e disse<br />

che l'arbitro dell'armi eterno Giove<br />

ne difende. Corriam dunque diritto<br />

all'inimico, e almen non sia che il morto<br />

Patroclo ei seco ne trasporti in pace.<br />

Al fin delle parole innanzi a tutta<br />

la prima fronte si sospinse, e stette.<br />

Si conversero i Teucri, ed agli Achei<br />

mostrâr la faccia arditamente. Allora<br />

coll'asta Enea Leòcrito figliuolo<br />

d'Arisbante ferì, forte compagno<br />

di Licomede che al caduto amico<br />

pietoso accorse, e fattosi vicino<br />

fermossi, e la fulgente asta vibrando<br />

d'Ippaso il figlio Apisaon percosse<br />

nell'èpate di sotto alla corata,

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