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leggi - Fuocolento

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62<br />

Un giorno su un noto social<br />

network è apparso questo<br />

scritto: “Io quando compro un<br />

vino compro una bevanda. Non<br />

mi interessa (e non lo voglio<br />

pagare) comprare emozioni,<br />

suggestioni, visioni, racconti,<br />

paesaggi e tutto il resto”. Confesso<br />

che mi ha fatto davvero<br />

male leggere quelle parole;<br />

non si può trattare il vino come<br />

un drink qualsiasi, sarebbe<br />

come dire che la musica classica<br />

è semplicemente un insieme<br />

I vini degustati<br />

• Michelangelo Tagliente<br />

di note. Sterile, vero? Alcune<br />

settimane dopo, all’Isola di<br />

Mazzorbo a Venezia, in occasione<br />

della cena/degustazione<br />

per celebrare la stappatura<br />

di una delle 88 Jeroboam di<br />

Venissa di Bisol, ho ripensato<br />

a quelle parole pesanti e a<br />

come sia impossibile considerare<br />

un vino come il Venissa,<br />

il progetto che l’ha originato<br />

e le suggestioni che racconta,<br />

semplicemente una bevanda!<br />

Degustando quel vino del-<br />

• la staNZa del ViNo.it •<br />

Il vino della Venezia nativa:<br />

Venissa di Bisol<br />

la Venezia nativa (perché la<br />

città lagunare ha avuto origine<br />

proprio sulle isole di Mazzorbo,<br />

Burano e Torcello) che è fatto<br />

con l’antico vitigno autoctono<br />

Dorona, possiamo viaggiare indietro<br />

nel tempo e proprio quel<br />

vino, più di un’opera d’arte o di<br />

un palazzo storico, è in grado<br />

di raccontarci una Venezia antica,<br />

inedita, autentica, lontana<br />

anni luce dallo stereotipo del<br />

turismo di massa!<br />

Il Progetto Venissa a<br />

Mazzorbo<br />

Il progetto Venissa, voluto<br />

fortemente da Gianluca<br />

Bisol e dalla famiglia Bisol,<br />

coinvolge istituzioni quali<br />

il Comune di Venezia,<br />

la Regione Veneto e<br />

altre associazioni ed enti<br />

internazionali. Bisol, dopo<br />

un attento lavoro di ricerca<br />

sull’antico vitigno veneziano<br />

chiamato Dorona (uva<br />

d’oro) iniziato nel 2002 ha<br />

recuperato quest’antica<br />

vigna murata. Nel mese di<br />

settembre 2010, grazie al<br />

sapiente lavoro di squadra<br />

di due grandi enologi come<br />

Venissa (100% Dorona): 30 giorni sulle bucce a fermentare ma non aspettatevi alcuni macerato<br />

di Oslavia o del Carso per intenderci, perché stiamo parlando di due terroir agli antipodi.<br />

Al naso è salmastro, poi iodio e speziatura in evidenza; in bocca è morbido e rotondo. Per<br />

dirla con le parole di Roberto Cipresso: -“La Dorona non è la migliore uva del mondo e il Venissa<br />

non è il più grande vino del mondo, ma il suo sapore di questo vino commuove; è la scoperta di<br />

un’altra Venezia, antica, segreta e romantica!”-.<br />

NoSO2 Jeio Glera Spumante senza solforosa aggiunta 2009 extra brut (100% Glera): non<br />

sono un fanatico del prosecco ma questo NoSO2, come certi Colfondo, mi piace proprio;<br />

crosta di pane in evidenza, bella la nota acida e la sapidità, imbottigliato nel 2010!<br />

Bisol Rosé brut 2005 Talento Metodo Classico dégorgement novembre 2009 (100% Pinot<br />

Nero): eccola la sorpresa della serata, dopo il Venissa naturalmente! I Bisol con il metodo<br />

classico ci sanno proprio fare; delicate le note di lievito e di rosa al naso; un vino di grande<br />

complessità ed eleganza!<br />

Desiderio Bisol e Roberto<br />

Cipresso si è tenuta la prima<br />

vendemmia di Venissa per<br />

una produzione pari a 4880<br />

bottiglie, 88 Magnum e 88<br />

Jeroboam. La Tenuta ospita<br />

frutteti e orti, dedicati alla<br />

coltivazione di specialità<br />

veneziane e una peschiera<br />

con tipici pesci lagunari<br />

(cefali, anguille e moeche). Al<br />

progetto collaborano anche i<br />

pensionati di Burano. Questi<br />

ultimi, che provengono dal<br />

mondo della pesca, curano<br />

gli orti di Venissa e praticano<br />

un’orticoltura sostenibile<br />

ed eroica. Qui, grazie alla<br />

salinità e all’eccezionale<br />

microclima, non vi sono<br />

parassiti. Nella Tenuta,<br />

sorge il Ristorante Venissa,<br />

gestito da Paola Budel, chef<br />

bellunese formatasi alla<br />

scuola di Gualtiero Marchesi<br />

e di Michel Roux •••<br />

Venissa<br />

Ristorante Ostello<br />

Fondamenta<br />

Santa Caterina, 3<br />

30170 Isola di Mazzorbo,<br />

Venezia<br />

Tel. +39 041-5272281<br />

info@venissa.it

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