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leggi - Fuocolento

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• il CUoCo, il ladro, sUa moGlie e l’amaNte •<br />

For Your Eyes Only<br />

(solo per i tuoi occhi)<br />

• Antonio Minervini<br />

Era il 1974 ed io, ancora<br />

bambino, andai a trovare<br />

i parenti in America: ricordo<br />

che, entrato con mio padre in<br />

una gelateria di New York,<br />

scoprii che i gelati potevano<br />

essere cosa ben diversa<br />

dalle due palline cioccolato e<br />

stracciatella che compravo al<br />

baretto sotto casa. Gusti variopinti,<br />

nomi Hollywoodiani,<br />

veri e propri kolossal guarniti<br />

di ciliegie caramellate, canditi<br />

e panna. Nonostante avessi<br />

annunciato: “lo mangio tutto!”<br />

alla ine il chilo e più di gelato<br />

servitomi ebbe la meglio sulla<br />

mia infantile voracità. -“Tu<br />

mangi con gli occhi”- mi disse<br />

mio padre. Ebbene sì, lo confesso,<br />

io mi nutro con gli occhi<br />

da sempre, lo faccio per preparare<br />

il gusto e l’olfatto. Questa<br />

frase mi è tornata in mente<br />

sfogliando un bellissimo libro<br />

nel quale si viaggia tra i luoghi<br />

del cibo di Parigi, ristoranti di<br />

grido, bistrot, brasserie, piccoli<br />

locali… un libro da mangiare<br />

con gli occhi, appunto. Ciò che<br />

lo rende interessante è il modo<br />

in cui è stato realizzato: scarno<br />

il testo e molte le immagini.<br />

L’angolo di una tovaglia, il<br />

colore di un tavolo, l’incastro<br />

di una seggiola o la trasparenza<br />

di una caraffa, il dettaglio<br />

di una pietanza ancora nella<br />

padella danno conto di un’atmosfera,<br />

raccontano una storia,<br />

comunicano sapori ed emozioni.<br />

C’è una sorta di invito alla<br />

scoperta di una gastronomia<br />

costruita per nutrire lo spirito<br />

e la mente, non per saziare la<br />

pancia. È fatta di condivisione.<br />

Non a caso la diffusione dei<br />

“social” si basa su questo: si<br />

fonda sul costruire quadri di<br />

“ispirazione” dove riempire<br />

i propri proili di contenuti<br />

visivi, musicali, testuali al ine<br />

di delineare un’immagine di<br />

sé da mostrare e comunicare<br />

agli altri. Oltre al famoso<br />

Facebook, il più interessante<br />

e più pertinente ai nostri temi<br />

mi sembra Instagram (chissà<br />

perché si chiama così!): con il<br />

proprio cellulare è possibile<br />

creare una galleria di foto che,<br />

lette tutte insieme, comunicano<br />

un ilo rosso di scelte, gusti e<br />

preferenze che ci identiicano<br />

e ci raccontano. Non è un<br />

caso che le foto del cibo siano<br />

le più seguite e più amate; si<br />

potrebbe, volendo, creare una<br />

geograia mondiale del cibo<br />

e del suo consumo. M anche<br />

qui si “mangia con gli occhi”<br />

perché effetti e iltri fotograici<br />

creano un’allure che aggiunge<br />

il sapore oltre il sapore. Dall’effetto<br />

vintage, al contemporaneo,<br />

al bianco e nero ino alla<br />

“foto amatoriale del picnic in<br />

campagna”… oltre a regalarci<br />

nostalgia e sorrisi ci comunicano<br />

una verità a volte trascurata:<br />

l’importanza del dettaglio,<br />

il valore del particolare e<br />

della cura nel nostro fare. Per<br />

concludere, oltre ai saluti e al<br />

consueto grazie, lancio un’idea:<br />

e se costruissimo un collage<br />

della ristorazione in Friuli<br />

Venezia Giulia? Se attraverso<br />

le vostre foto, i vostri punti di<br />

vista, riuscissimo a comporre<br />

il libro della ristorazione in<br />

regione? Una bella idea da e<br />

per condividere, non “For your<br />

eyes only”, con buona pace di<br />

James Bond! •••<br />

63<br />

GiUGNo 2012

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