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Diffusione Raman Anelastica Risonante di Raggi X con Risoluzione ...

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2 <strong>Diffusione</strong> <strong>Raman</strong> <strong>Anelastica</strong> <strong>Risonante</strong> <strong>di</strong> <strong>Raggi</strong> X <strong>con</strong> <strong>Risoluzione</strong> Angolare<br />

luce incidente<br />

campione<br />

luce emessa<br />

Fig. 1.1. Illustrazione del fenomeno della fluorescenza, in cui un campione assorbe luce,<br />

che poi viene riemessa in <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>rezioni ed a <strong>di</strong>verse energie.<br />

emesso è detto elettrone Auger; oppure può originare l’emissione <strong>di</strong> un fotone e quin<strong>di</strong><br />

rilevata come luce uscente, cioè come fluorescenza.<br />

La spettroscopia <strong>di</strong> fluorescenza ha <strong>di</strong>versi vantaggi rispetto alle spettroscopie che prevedono<br />

l’emissione e l’analisi <strong>di</strong> elettroni. Nel caso si stu<strong>di</strong> un materiale isolante, non si hanno<br />

problemi <strong>di</strong> caricamento del campione, in quanto l’atomo non viene ionizzato, quin<strong>di</strong> non<br />

si hanno i problemi relativi al fondo e al rumore nell’acquisizione degli spettri, provocati<br />

da questo caricamento. Inoltre si è sensibili al volume, evitando effetti <strong>di</strong> superficie, mentre<br />

le spettroscopie elettroniche per poter essere sensibili al volume devono lavorare ad energie<br />

molto elevate. Inoltre si deve tenere <strong>con</strong>to che la sezione d’urto per fotoemissione è decrescente<br />

all’aumentare dell’energia. Lo svantaggio della fluorescenza è il basso numero<br />

<strong>di</strong> <strong>con</strong>teggi rispetto alle altre spettroscopie: questa <strong>di</strong>fficoltà è uno degli ostacoli che sono<br />

stati superati <strong>con</strong> le alte intensità del fascio della luce incidente nei più recenti sincrotroni.<br />

Entrando più nel dettaglio della fluorescenza, si <strong>con</strong>sideri un campione composto da due elementi<br />

chimici A e B. La densità degli stati <strong>di</strong> valenza dei due elementi è data nella figura<br />

(1.2.I). In questo esempio si <strong>con</strong>sidera che un picco nella densità degli stati derivi dai siti<br />

chimici <strong>di</strong> tipo A e l’altro da quelli <strong>di</strong> tipo B. Gli stati appartenenti all’atomo A sono rappresentati<br />

<strong>con</strong> una linea <strong>con</strong>tinua, quelli appartenenti all’atomo B da una tratteggiata. Tramite<br />

l’assorbimento <strong>di</strong> un fotone si può produrre una lacuna sul sito A o B. Quando la lacuna<br />

decade tramite l’emissione ra<strong>di</strong>ativa, la <strong>di</strong>stribuzione energetica dei fotoni è lo spettro <strong>di</strong><br />

fluorescenza. In tale spettro i <strong>con</strong>tributi provenienti dal sito A o B possono essere facilmente<br />

separati in quanto si trovano ad energie <strong>di</strong>fferenti. Inoltre lo spettro <strong>di</strong> fluorescenza<br />

riproduce la densità degli stati locale, come mostrato schematicamente nei pannelli (II) e<br />

(III) della figura (1.2). In realtà la situazione è più complicata in quanto non è trascurabile<br />

l’effetto della lacuna <strong>di</strong> core e dalle eccitazioni multiple sia nella creazione della lacuna che<br />

nel deca<strong>di</strong>mento. Inoltre nella spettroscopia <strong>di</strong> fluorescenza tra<strong>di</strong>zionale la lacuna <strong>di</strong> core<br />

è creata emettendo l’elettrone <strong>con</strong> ampio eccesso <strong>di</strong> energia, fatto che rende più probabili<br />

le eccitazioni multiple. Un altra <strong>con</strong>seguenza <strong>di</strong> questo fatto è che in questo modo gli spettri<br />

<strong>di</strong> fluorescenza sono in<strong>di</strong>pendenti dall’energia dei fotoni incidenti e le informazioni si<br />

possono ottenere solo dalla <strong>di</strong>stribuzione dei fotoni emessi.

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