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tusiasti una col popolo per rendere solennissima una festa, che per tradizione<br />

oramai è divenuta una delle migliori che allietano la nostra città. I bravi fratelli<br />

Massa di qui hanno parato la bella chiesa con squisito gusto artistico; e a sera,<br />

immersa in un oceano di luce elettrica, rifletteva l’oro, l’argento ed il rubino a<br />

profusione intessito al serico panno ed al velluto di damasco, mentre in alto<br />

troneggiava la bella statua di Maria, che dava tutta l’illusione di una dolce<br />

Fata, vagante nell’azzurro. Disse il panegirico il nostro amico mons. D. Potito<br />

dott. Capriglione di Ascoli Satriano, il quale con la sua verre poetica seppe<br />

entusiasmare quanti ebbero il piacere di ascoltarlo. Sull’Ave Maria poi tra una<br />

calca immensa di popolo festante s’iniziò col carro trionfale la processione,<br />

che si svolse senza il minimo incidente. I numerosi bambini ch’erano sul carro<br />

cantarono, accompagnati dalla banda, l’antichissima canzoncina della Salve<br />

Regina, geniale composizione del maestro Acunzo, istrumentata più tardi<br />

dal bravo maestro Prisciano Martucci. Di bellissimo effetto l’angelo che nella<br />

persona di qualche grazioso bambino, suolsi ogni anno mettere sulla prua<br />

del carro trionfale, come non men belli quelli ch’erano presso la statua della<br />

Madonna. La piazza V. Emanuele ed il corso Garibaldi erano sfarzosamente<br />

illuminati ad acetilene e per due sere il Concerto Civico di Canosa ha eseguito<br />

un programma di scelta musica. La serata, a notte alta, fu chiusa da uno<br />

La Madonna viene riportata in chiesa dopo la processione negli anni ‘50<br />

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