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identificarci, che appartiene al nostro quotidiano, alla nostra vita, in<br />

cui spesso ci ritroviamo inconsapevoli e che possiamo riportarla ad un<br />

concetto di fede. Elia è l’uomo che si rivolge a Dio con la sua povertà<br />

umana e chiedendo ispirazione alla saggezza dell’Eterno ne riceve il<br />

conforto grazie alla propria umiltà. Elia, ritiratosi nel deserto roccioso<br />

a simboleggiare colui che umiliandosi e riconoscendo che le sue colpe<br />

sono esclusivamente il frutto della potenza della fede e null’altro che<br />

quella, permette a Dio di continuare la sua opera santificante rendendolo<br />

strumento di giustizia, di pace e di verità.<br />

Elia si riconosce uomo e bisognoso della salvezza. Per questa ragione<br />

egli viene rappresentato nel gesto umile in cui stende la sua mano<br />

verso il cibo portatogli miracolosamente in soccorso da dei corvi e non<br />

da angeli armati e risplendenti di luce accecante. La scena si svolge in<br />

una ambiente naturale sinonimo del creato e dell’immensa natura che<br />

circonda tutti noi. Le rocce sono simbolo della storia del mondo e della<br />

fermezza degli elementi che lo manifestano nel tempo, sono simbolo<br />

della fatica della natura, dell’impegno di ogni sforzo fatto per far si<br />

che la vita vi approdasse. L’animale selvatico alla sua sinistra è rappresentazione<br />

tipica di esseri viventi esistenti in quella zona desertica.<br />

Le nuvole alle sue spalle, trafitte da un sole che sta per tramontare,<br />

esprimono l’atmosfera illuminata della presenza di Dio. Ogni elemento<br />

del dipinto esprime l’ampio significato della vita che si estende oltre i<br />

significati circoscritti alla storia del profeta.<br />

Poco più in alto si svolge, in secondo piano, la scena profetica del<br />

rapimento d’Elia e parallelamente l’espressione della perseveranza di<br />

Eliseo, il suo discepolo, che osservando le promesse del profeta esaudirà<br />

il proprio desiderio, quello di ottenere la doppia potenza di Dio di cui<br />

era stato unto Elia. Nella scena Elia è sul carro di fuoco in procinto di<br />

essere assunto in cielo mentre lascia cadere il suo mantello miracoloso<br />

verso Eliseo. La scena è carica di tensione, quella stessa tensione che ci<br />

imprigiona quando ci accingiamo a conquistare qualcosa a cui teniamo<br />

molto, infatti Eliseo si tende nel suo corpo con un estremo gesto che<br />

è al limite delle forze fisiche, simbolo della perseveranza nei propri<br />

ideali.<br />

Il gesto della mano di Eliseo è fiducioso, certo della promessa di Elia,<br />

certo di ottenere quello a cui aveva aspirato. Ma allo stesso tempo la<br />

tensione ha un termine, oltre il quale non è possibile andare, simbolo<br />

dell’accettazione della propria umanità e del proprio limite, il mantello<br />

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