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Le campane<br />
Anche lo studio delle campane può contribuire a far conoscere meglio<br />
l’arte e gli aspetti pratici della vita sociale di un’epoca e di un ambiente.<br />
E’ sufficiente ascoltare i rintocchi di una campana a noi nota, che<br />
scandisce il ritmo della vita nelle varie ore del giorno, per pensare a<br />
noi nel tempo.<br />
Chi sa se nel Medioevo siano esistiti in Puglia fonditori di campane<br />
per i numerosi campanili e torri di palazzi municipali? Spingendosi a<br />
volte sui vecchi campanili, da dove poi si ammira estasiati il panorama,<br />
si interrogano in sordina le campane che rispondono diffondendo lentamente<br />
il suono. Le campane sono insieme documenti di arte figurativa<br />
e musicale, oltre che testimonianze storiche di civiltà<br />
La più antica campana della Daunia è quella fusa dal Magister Nicolaus<br />
de Sancto Joanne Rotundo nel 1494, ancora esistente sul campanile<br />
della Cattedrale di Lucera.<br />
Parliamo ora delle campane collocate sul nostro campanile. In una<br />
nicchia a forma di oblò, all’altezza della prima rampa, vi è una campanella<br />
recante la data 1635, forse appartenente all’originaria cappella<br />
del convento. Nel 1880 vennero installate tre campane: una piccola<br />
con l’effige di San Pietro e la scritta “Ave Maria Gratia Plena A.D.<br />
1850. Vincenzo Stagni a Barletta F(ece)”; una media firmata e datata<br />
nella parte superiore della gola “R.le Olita in Lecce fuse 1850”. Ha una<br />
corona di sei semplici anelli di aggancio al mozzo, ha la gola ornata<br />
di motivi geometrici e floreali e rilievi raffiguranti Gesù Crocifisso e la<br />
Madonna del Carmine. Nella fascia inferiore riporta un festone e infine<br />
un bordo ornato con rilievi floreali; una grande con le effigi a sbalzo<br />
della Vergine del Carmine, san Michele, san Simone Stock e sant’Alberto<br />
di Gerusalemme commissionata dalla confraternita nello stesso anno<br />
di costruzione; questa, per l’ampia forma, la calibrata giustezza della<br />
svasatura e la ricchezza dei rilievi, è una bella opera d’arte ed ha ancora<br />
oggi un ottimo suono che si diffonde per le vie e le case vicine. Poiché<br />
il campanile fu completato nel 1882, si deduce che due campane, quella<br />
grande e la media, appartenevano alla vecchia torre campanaria.<br />
Raffaele Olita era figlio di Luigi nato a Carosino (Ta) il 23 gennaio<br />
1793 e morto a Lecce nel 1864, fonditore insieme a Geronimo Olita, del<br />
campanone del 1830 della Cattedrale di Sant’Oronzo di Lecce.; suo