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48<br />

Le campane<br />

Anche lo studio delle campane può contribuire a far conoscere meglio<br />

l’arte e gli aspetti pratici della vita sociale di un’epoca e di un ambiente.<br />

E’ sufficiente ascoltare i rintocchi di una campana a noi nota, che<br />

scandisce il ritmo della vita nelle varie ore del giorno, per pensare a<br />

noi nel tempo.<br />

Chi sa se nel Medioevo siano esistiti in Puglia fonditori di campane<br />

per i numerosi campanili e torri di palazzi municipali? Spingendosi a<br />

volte sui vecchi campanili, da dove poi si ammira estasiati il panorama,<br />

si interrogano in sordina le campane che rispondono diffondendo lentamente<br />

il suono. Le campane sono insieme documenti di arte figurativa<br />

e musicale, oltre che testimonianze storiche di civiltà<br />

La più antica campana della Daunia è quella fusa dal Magister Nicolaus<br />

de Sancto Joanne Rotundo nel 1494, ancora esistente sul campanile<br />

della Cattedrale di Lucera.<br />

Parliamo ora delle campane collocate sul nostro campanile. In una<br />

nicchia a forma di oblò, all’altezza della prima rampa, vi è una campanella<br />

recante la data 1635, forse appartenente all’originaria cappella<br />

del convento. Nel 1880 vennero installate tre campane: una piccola<br />

con l’effige di San Pietro e la scritta “Ave Maria Gratia Plena A.D.<br />

1850. Vincenzo Stagni a Barletta F(ece)”; una media firmata e datata<br />

nella parte superiore della gola “R.le Olita in Lecce fuse 1850”. Ha una<br />

corona di sei semplici anelli di aggancio al mozzo, ha la gola ornata<br />

di motivi geometrici e floreali e rilievi raffiguranti Gesù Crocifisso e la<br />

Madonna del Carmine. Nella fascia inferiore riporta un festone e infine<br />

un bordo ornato con rilievi floreali; una grande con le effigi a sbalzo<br />

della Vergine del Carmine, san Michele, san Simone Stock e sant’Alberto<br />

di Gerusalemme commissionata dalla confraternita nello stesso anno<br />

di costruzione; questa, per l’ampia forma, la calibrata giustezza della<br />

svasatura e la ricchezza dei rilievi, è una bella opera d’arte ed ha ancora<br />

oggi un ottimo suono che si diffonde per le vie e le case vicine. Poiché<br />

il campanile fu completato nel 1882, si deduce che due campane, quella<br />

grande e la media, appartenevano alla vecchia torre campanaria.<br />

Raffaele Olita era figlio di Luigi nato a Carosino (Ta) il 23 gennaio<br />

1793 e morto a Lecce nel 1864, fonditore insieme a Geronimo Olita, del<br />

campanone del 1830 della Cattedrale di Sant’Oronzo di Lecce.; suo

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