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preparato, formato, convinto, parlava ai laureati, ai fucini, agli uomini, alle<br />

donne, agli sposi, nelle adunanze, nei convegni regionali e nazionali.<br />

La sua cattedra, la sua sede preferita era l’ambone, da dove ha diffuso il<br />

meglio della dottrina cristiana, le bellezze della catechesi, aperta a tutti. Nella<br />

chiesa piena di fedeli, di fiori, luci, tuona la voce del Vescovo, celebrante: don<br />

Vito non è morto! Egli vive ancora! I volti dei presenti erano colmi di lacrime,<br />

mentre le campane diffondevano ancora più tristezza con il loro lugubre suono<br />

a distesa. I giovano cantavano: Io credo, risorgerò, questo mio corpo vedrà il<br />

Salvatore! E dal turibolo si sprigionava il profumato incenso ed abbondante<br />

scendeva su quel corpo, che tanto aveva sofferto, il refrigerio dell’acqua benedetta.<br />

La comunità intera, pensosa, orfana, esternava il suo dolore con una<br />

pubblica attestazione: il nostro parroco don Vito ci ha lasciati!La comunità,<br />

la Confraternita, le Associazioni tutte partecipano commosse la ferale notizia<br />

e ricordano con filiale affetto colui che è stato pastore, guida, esempio. Lo<br />

ricordano nella preghiera e lo ringraziano per tutto il bene che ha seminato<br />

Le campane hanno cessato di suonare a distesa, hanno ripreso il ritmo della<br />

gloria. Si, è festa, è domenica, è la solennità del Corpo di Cristo, portato in<br />

processione con la partecipazione di tutti i sacerdoti. E don Vito? Lui non c’è!<br />

E’ lassù, in alto. Egli è vivo, e continua a celebrare perché: Tu es sacerdos in<br />

aeternum!”<br />

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