09.06.2013 Views

febbraio 2011 - Libertà Civili

febbraio 2011 - Libertà Civili

febbraio 2011 - Libertà Civili

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Labor<br />

libertàcivili<br />

124<br />

Gli effetti della crisi sulla popolazione migrante<br />

La differenza<br />

dell’impatto<br />

della crisi<br />

sugli immigrati<br />

uomini e donne<br />

in ragione<br />

dei diversi<br />

settori<br />

lavorativi<br />

nei quali sono<br />

impegnati<br />

Generalmente<br />

a una<br />

maggiore<br />

anzianità<br />

migratoria<br />

corrisponde<br />

una minore<br />

precarietà<br />

lavorativa<br />

<strong>2011</strong> gennaio-<strong>febbraio</strong><br />

(+24% contro +22% per le femmine); per la sola causa “licenziamento”<br />

si rileva uno svantaggio delle femmine. Ciò sembra<br />

dovuto, come già detto, alla specializzazione lavorativa delle<br />

donne immigrate in Italia e, più in generale, alla minore presenza<br />

delle donne nei mercati del lavoro più sensibili alle variazioni<br />

congiunturali dell’economia come il manifatturiero e quello<br />

delle costruzioni, in cui, invece, è straordinariamente rilevante<br />

la presenza dei maschi immigrati (Awad, 2009).<br />

Con riferimento alla condizione giuridica, va precisato che<br />

le informazioni disponibili non consentono l’esame delle situazioni<br />

di irregolarità, non essendo presenti nel campione, tuttavia è<br />

possibile notare chiaramente una maggiore fragilità in corrispondenza<br />

di alcuni sottogruppi: quello dei soggiornanti a tempo<br />

determinato, per i quali la crisi ha dato luogo soprattutto al<br />

mancato rinnovo dei contratti di lavoro e il sottogruppo di coloro<br />

che posseggono un altro titolo valido, sui quali i licenziamenti<br />

e la chiusura delle aziende hanno infierito con maggiore severità.<br />

Vale la pena notare, inoltre, come la diminuzione delle opportunità<br />

di miglioramento della propria condizione lavorativa<br />

(offerta più vantaggiosa) risulti direttamente collegabile al<br />

grado di “stabilità” nella regolarità: sono infatti i neocomunitari<br />

e i cittadini extracomunitari soggiornanti di lungo periodo a far<br />

segnare le più elevate diminuzioni di interruzioni dovute a<br />

offerte più vantaggiose (-27% e -29%, rispettivamente).<br />

La maggiore stabilità è collegata anche a una presenza di più<br />

lungo periodo sul territorio italiano e, dunque, quanto appena<br />

osservato è riscontrabile anche in corrispondenza del sottogruppo<br />

degli stranieri immigrati da lunga data (prima del 2000): per<br />

questi ultimi la diminuzione delle interruzioni per miglioramento<br />

(-35,4%) assume un rilievo di gran lunga più elevato dell’aumento<br />

delle cause peggiorative (+26,9%). Si noti, inoltre, come a una<br />

maggiore anzianità migratoria corrisponda una minore precarietà<br />

lavorativa: è in corrispondenza di questa categoria di lavoratori,<br />

infatti, che si rileva il più basso incremento delle interruzioni<br />

per contratto non rinnovato (+10,3%). Infine, si osserva un<br />

sostanziale aumento delle “altre” cause di interruzione del<br />

rapporto di lavoro, all’aumentare dell’anzianità migratoria; tale<br />

aumento, riscontrabile in misura elevata anche tra le femmine e<br />

gli stranieri più “stabili”, può essere almeno parzialmente<br />

riconducibile a interruzioni di tipo volontario, legate alle famiglia,<br />

nell’ambito di un processo di maturazione del fenomeno<br />

migratorio che vede consolidare la struttura dei rapporti familiari<br />

e ne rivaluta il ruolo alla luce di una eclatante riduzione delle<br />

opportunità lavorative.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!