febbraio 2011 - Libertà Civili
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Primo Piano<br />
libertàcivili<br />
80<br />
La questione dei minori stranieri non accompagnati<br />
L’Anci<br />
ha posto<br />
l’esigenza<br />
di giungere<br />
a una<br />
standardizzazione<br />
degli<br />
interventi che<br />
riguardano<br />
i minori non<br />
accompagnati<br />
superando<br />
la fase<br />
d’emergenza<br />
ancora<br />
prevalente<br />
<strong>2011</strong> gennaio-<strong>febbraio</strong><br />
(dal 34,5% del 2006 al 52,6% del 2008), così come, contestualmente,<br />
diminuisce il dato dei soggetti che fuggono dalle<br />
strutture, passando dal 62% del 2006 al 40,1% del 2008.<br />
Aumentano anche i minori affidati alle strutture di prima<br />
accoglienza, dal 7% nel 2006 al 9,9% nel 2008, così come cresce<br />
il numero di coloro che, nelle strutture di seconda accoglienza,<br />
risultano titolari di permesso di soggiorno (dal 32,5% del 2006<br />
al 42,8% del 2008) o di permesso di affidamento (dall’8% del<br />
2006 al 36% del 2008).<br />
Permangono tuttavia alcuni aspetti di criticità: solo per il<br />
36% dei minori inseriti in centri di seconda accoglienza è stato<br />
ottenuto il permesso di affidamento, così come, rispetto al 2006,<br />
i soggetti che rimangono per almeno un mese in seconda<br />
accoglienza diminuiscono e gli irreperibili aumentano, seppur<br />
leggermente. È importante segnalare, però, che questo dato<br />
è fortemente condizionato dalla realtà siciliana, nella quale i<br />
minori che rimangono nei centri di seconda accoglienza sono<br />
solo 6 su 10.<br />
Il Rapporto Anci 2009 ha confermato, inoltre, l’esigenza di<br />
giungere a una standardizzazione degli interventi e di passare,<br />
sia a livello nazionale, sia in particolari aree critiche del nostro<br />
Paese, da una fase emergenziale a una fase caratterizzata da<br />
interventi più strutturati e duraturi nel tempo. In questa direzione,<br />
l’attivazione del Programma nazionale di protezione dei minori<br />
stranieri non accompagnati, avviato nel 2008, è certamente un<br />
significativo passo in avanti. Obiettivo del programma è, infatti,<br />
quello di creare un sistema coordinato a livello centrale e diffuso<br />
sull’intero territorio nazionale, volto a sperimentare tra i comuni<br />
modalità standardizzate di presa in carico e di integrazione dei<br />
minori stranieri non accompagnati, con particolare riguardo<br />
alla fase di prima accoglienza.<br />
La rete delle città coinvolte nel programma condivide dunque<br />
procedure e metodologie di intervento, affinché possano<br />
rappresentare buone prassi da diffondere successivamente su<br />
scala nazionale. In particolare, il programma si propone di operare<br />
in riferimento ad alcuni aspetti di rilevante importanza, quali: le<br />
strategie di intervento sui luoghi di frontiera; la qualificazione e<br />
la standardizzazione degli interventi nella prima accoglienza<br />
allo scopo di renderli più corrispondenti ai bisogni del minore;<br />
la promozione e la diffusione delle esperienze di affidamento<br />
familiare; la valorizzazione delle attività rivolte all’integrazione<br />
sociale. A questo proposito, l’Anci sottolinea fortemente la<br />
necessità di rafforzare e formalizzare soprattutto i rapporti<br />
interistituzionali.