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Il coro dei padri di Padula. Avvio alla conoscenza del manufatto, per ...

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<strong>Il</strong> <strong>coro</strong> <strong>dei</strong> <strong>padri</strong> <strong>di</strong> <strong>Padula</strong><br />

pe, il bufalo e il camoscio. Potrete mangiare <strong>di</strong> ogni quadrupede che<br />

ha l'unghia bipartita, <strong>di</strong>visa in due da una fessura, e che rumina.» 3 .<br />

Un particolare a prima vista insignificante <strong>per</strong> un occhio ``profano'',<br />

inserito al limite in una corrente <strong>di</strong> gusto <strong>di</strong>ffusa nell'arredamento<br />

antico, rappresenta invece un probabile richiamo visivo alle prescrizioni<br />

alimentari bibliche, <strong>di</strong> rimando a quelle certosine prescritte<br />

nella Regola e attentamente osservate dai monaci nella pratica <strong>di</strong><br />

vita quoti<strong>di</strong>ana 4 .<br />

<strong>Il</strong> <strong>coro</strong> intarsiato in legno, in cui la comunitaÁ religiosa si riunisce<br />

in preghiera, canto e me<strong>di</strong>tazione, eÁ stato giustamente messo in<br />

relazione, a partire dalle prime manifestazioni <strong>del</strong>la tarsia rinascimentale<br />

prospettica, con lo stu<strong>di</strong>olo umanista, luogo deputato al<br />

raccoglimento interiore, <strong>alla</strong> lettura, <strong>alla</strong> concentrazione. Non a<br />

caso la scelta <strong>di</strong> molti temi rappresentati sui pannelli eÁ comune<br />

ai due manufatti: oggetti inanimati, libri, figure geometriche, prospettive<br />

urbane. <strong>Il</strong> carattere me<strong>di</strong>tativo, raccolto, circoscritto, identitario,<br />

<strong>del</strong> <strong>coro</strong> intarsiato eÁ stato ben sintetizzato da Ferretti, che ne<br />

ha dato una felice definizione: «il legno che rappresenta il legno...»,<br />

<strong>per</strong> in<strong>di</strong>care la tarsia che finge gli sportelli intarsiati o i reali oggetti<br />

in legno, «la tautologia <strong>del</strong> legno». La stessa compenetrazione concettuale<br />

degli oggetti raffigurati, la specularitaÁ <strong>del</strong>la finzione, puoÁ<br />

3<br />

<strong>Il</strong> testo eÁ tratto da La Bibbia <strong>di</strong> Gerusalemme, a cura <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> biblisti<br />

sotto la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> F. Vattioni, Bologna 1996, p.355.<br />

4<br />

M. A. Giusti, La mensa degli Angeli, inLa certosa sotterranea, a cura <strong>di</strong> V. De<br />

Martini, pp. 59-71.<br />

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