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Il coro dei padri di Padula. Avvio alla conoscenza del manufatto, per ...

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414 Giancarlo Fatigati<br />

tico, con tasselli <strong>di</strong> legno <strong>di</strong> essenze <strong>di</strong>fferenti incollati con colla<br />

animale o <strong>di</strong> caseina su un supporto <strong>di</strong> noce e stuccati a cera nei<br />

bor<strong>di</strong>.<br />

Molti tasselli non sono originali; nel corso <strong>dei</strong> restauri precedenti<br />

± <strong>di</strong> cui nel XX secolo sono emersi, fin'ora solo <strong>per</strong> via documentaria,<br />

cinque interventi successivi ± le tarsie <strong>di</strong> questa serie<br />

sono state profondamente manomesse (fig. 25). Le o<strong>per</strong>azioni eseguite<br />

sui pannelli, osservabili macroscopicamente dai segni lasciati,<br />

hanno compromesso definitivamente la lettura <strong>del</strong>le tarsie: sostituzione<br />

<strong>di</strong> tasselli, pezzi originali ritagliati <strong>di</strong> nuovo lungo i bor<strong>di</strong> e<br />

ado<strong>per</strong>ati <strong>per</strong> tasselli tutt'affatto nuovi, una o piuÁ rasature generali<br />

realizzate con lame metalliche che hanno asportato la su<strong>per</strong>ficie originale<br />

<strong>del</strong> legno. Della redazione originale rimane, <strong>di</strong> ogni pannello,<br />

probabilmente solo il <strong>di</strong>segno generale e l'impianto iconografico. <strong>Il</strong><br />

riconoscimento <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong> originale rimanga in questa serie, passa<br />

necessariamente d<strong>alla</strong> <strong>di</strong>fferenziazione tra tessere originali o meno,<br />

<strong>per</strong> la cui determinazione eÁ necessaria la messa in campo <strong>di</strong> un'analisi<br />

complessa <strong>del</strong>la materia e <strong>del</strong>le lavorazioni.<br />

I riquadri intarsiati sono sormontati da una finta monofora ad<br />

arcatelli, con un traforo interno in stile gotico-catalano. In alcune<br />

losanghe <strong>del</strong> traforo sono stati ritrovati frammenti <strong>di</strong> materiale<br />

cartaceo <strong>di</strong>pinto che sottoposto ad analisi ha rivelato la sua natura<br />

cellulosica. Lo spettro FTIR eÁ risultato dubbiosamente vicino ad un<br />

campione <strong>di</strong> riferimento in carta <strong>di</strong> tipo moderno.<br />

La rappresentazione <strong>del</strong>la monofora gotico-catalana, <strong>del</strong>lo<br />

stesso genere <strong>di</strong> quella intagliata a rilievo, compare anche in qualche<br />

tarsia <strong>dei</strong> dossali; il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> decorazioni eÁ<br />

molto <strong>di</strong>ffuso a Napoli a metaÁ <strong>del</strong> XV secolo soprattutto nelle balaustre<br />

in pietra degli ambienti <strong>del</strong> Castello aragonese attribuibili<br />

allo scultore Pere Johan 55 .<br />

In cima ad ogni specchio compare una fascia con un motto<br />

latino, caratteristico <strong>per</strong> ogni stallo, legato, come ogni particolare<br />

55 Lo stile <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>segni riprende motivi decorativi tratti dal gotico francese,<br />

filtrati d<strong>alla</strong> grazia araba in Castiglia ed Aragona. A Napoli eÁ possibile osservarli anche<br />

su alcune aureole <strong>del</strong> San Francesco che daÁ la regola, <strong>di</strong> Colantonio, conservato al<br />

Museo Nazionale <strong>di</strong> Capo<strong>di</strong>monte. Su questo argomento si veda G. Fatigati, Osservazioni<br />

in margine <strong>alla</strong> cona <strong>di</strong> San Lorenzo Maggiore a Napoli <strong>di</strong> Colantonio, tesi<strong>di</strong><br />

specializzazione in storia <strong>del</strong>l'arte, a.a. 1996, UniversitaÁ degli Stu<strong>di</strong> Federico II, FacoltaÁ<br />

<strong>di</strong> Lettere, pp. 23-26 e relative note bibliografiche.

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