VIII LEGISLATURA - Consiglio Regionale dell'Umbria - Regione ...
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Resoconto stenografico / Seduta n.12 del 9/11/2010<br />
Processo Affari istituzionali / Posizione organizzativa individuale. Lavori d’Aula<br />
18<br />
Palazzo Cesaroni<br />
Piazza Italia, 2 - PERUGIA<br />
www.consiglio.regione.umbria.it<br />
ATTI CONSILIARI IX <strong>LEGISLATURA</strong><br />
essere somministrata in ospedale pubblico o altra struttura prevista dalla legge e la donna<br />
debba essere ivi trattenuta fino ad aborto avvenuto. Ci sarà una ragione, io dico ci sarà<br />
una ragione, non sarà soltanto per accanimento verso le donne, se è evidente la tutela del<br />
diritto alla salute. Il <strong>Consiglio</strong> Superiore della Sanità con un terzo parere, 18 marzo 2010,<br />
ritiene necessario, al fine di garantire il rispetto della legge 194/78 su tutto il territorio<br />
nazionale, che il percorso di interruzione di gravidanza medica avvenga in regime di<br />
ricovero ordinario, fino alla verifica della completa espulsione del prodotto del<br />
concepimento.<br />
Allora, vedete, il ragionamento non è la somministrazione della prima pillola e gli effetti che<br />
vengono fuori dopo tre ore, perché lei evidentemente, Consigliere Brutti, non ha mai<br />
partorito, né ha mai abortito e dunque lei non lo sa che cosa è l’implicazione di questo<br />
particolare effetto.<br />
Attenersi dunque ai pareri del Ministero e alle sue linee vincolanti equivale a prendere atto<br />
che la pratica abortiva è delicata, pericolosa, e dunque bisogna mettere in guardia da,<br />
come dire, un’autonomia eccessiva di linee generali. Il day hospital è la strada maestra per<br />
l’aborto a domicilio, per una sorta di aborto fai da te, ma la maternità non è una questione<br />
privata, perché se la maternità fosse una questione privata dovremmo ammettere anche il<br />
diritto ad avere non soltanto il figlio, ma anche il diritto ad avere un figlio sano,<br />
eventualmente un figlio con gli occhi azzurri, un figlio con i capelli biondi, insomma un figlio<br />
nel momento in cui ognuno lo vuole. Ciò che è importante è un’operazione che porta alla<br />
banalizzazione del silenzio, e siccome noi non ci stiamo per una banalizzazione del<br />
silenzio, perché banalmente si può morire sottovalutando i sintomi di un’emorragia, che<br />
una donna da sola, che non ha le necessarie competenze mediche, non è in grado di<br />
riconoscere e dunque di affrontare con tempestività. È qui lo snodo del problema. Non è la<br />
somministrazione della prima pillola, sono gli effetti, la sintomatologia successiva<br />
all’assunzione della pillola.<br />
Per una battaglia politica e culturale che si rispetti bisogna dichiarare apertamente il<br />
proprio obiettivo, con argomentazioni solide a sostegno ed essere disposti a un confronto<br />
franco e aperto. Il metodo abortivo farmacologico è spacciato come facile, più sicuro,<br />
meno doloroso di quello chirurgico, in barba a tutte le evidenze scientifiche di pratica<br />
clinica, ma le morti delle donne dopo l’assunzione dei farmaci abortivi vengono ignorate,