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VIII LEGISLATURA - Consiglio Regionale dell'Umbria - Regione ...

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questione di scelta tra tecniche mediche.<br />

____________________________________________________________________________________________<br />

Resoconto stenografico / Seduta n.12 del 9/11/2010<br />

Processo Affari istituzionali / Posizione organizzativa individuale. Lavori d’Aula<br />

20<br />

Palazzo Cesaroni<br />

Piazza Italia, 2 - PERUGIA<br />

www.consiglio.regione.umbria.it<br />

ATTI CONSILIARI IX <strong>LEGISLATURA</strong><br />

Rivendichiamo, tra le altre cose, che in Italia possa esserci un pari diritto alla salute. Dati<br />

alla mano: nell’ultimo numero della prestigiosa rivista di Atlanta, la New England Journal of<br />

Medicine, danno notizia della morte di altre due donne che avevano abortito con la RU-<br />

486; i decessi per shock settico da Clostridium sordellii, la fatale infezione che ha già<br />

ucciso altre sei donne, mentre per una settima lo shock era dovuto a un altro tipo di<br />

Clostridium, il perfringens, sono situazioni che si sono venute a determinare dopo l’aborto<br />

medico. In quello stesso articolo, che ho testé citato, vengono ricordate le<br />

raccomandazioni della più grande federazione americana di cliniche abortive, che si<br />

rifanno ad una profilassi antibiotica necessaria a seguito della somministrazione, per<br />

esempio, del secondo farmaco boccale. Gli esperti chiariscono che rimane sconosciuta<br />

tuttavia l’efficacia di queste indicazioni. In altre parole: non si sa nemmeno quanti<br />

antibiotici siano necessari per prevenire l’infezione letale.<br />

Allora che la RU-486 interferisca con il sistema immunitario è stata solo la prima ipotesi<br />

formulata dagli esperti del settore nel corso degli anni. Infatti non ci sono state né<br />

conferme, né smentite. Il fatto che queste morti siano state scoperte solo negli Stati Uniti si<br />

può spiegare, peraltro, con una maggiore trasparenza delle informazioni e probabilmente<br />

con una vigilanza specifica da parte delle autorità sanitarie americane, ma nulla vieta di<br />

pensare che altre morti siano accadute in altri Paesi che hanno fatto uso della RU-486.<br />

Sempre ad Atlanta, nel maggio 2006, si è tenuto un convegno internazionale proprio delle<br />

morti avvenute a seguito di aborto con la RU-486. Un convegno promosso da importanti<br />

istituzioni sanitarie americane ed allora l’attenzione è rimasta elevata. In Italia si è avuto<br />

notizia delle cinque donne morte in Inghilterra dopo l’assunzione della pillola RU-486,<br />

l’ultima nel 2008, e solo dopo che il Ministero del Lavoro, Salute, Politiche Sociali dell’Italia<br />

ha fatto una esplicita richiesta alla ditta che produce la pillola. Si tratta di una triste<br />

contabilità che ci dice che le donne morte per l’assunzione del farmaco sono un totale di<br />

31, certificate nel mondo; 12 di queste avevano assunto la pillola al di fuori dei protocolli<br />

stabiliti.<br />

Alla luce di questi dati io credo che nemmeno una delle argomentazioni che si rifanno al<br />

diritto di libertà delle donne di poter abortire fuori dalla costrizione ospedaliera possa<br />

servire a giustificare un approccio non conforme alle linee guida emanate dal Ministero.

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