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VIII LEGISLATURA - Consiglio Regionale dell'Umbria - Regione ...

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Resoconto stenografico / Seduta n.12 del 9/11/2010<br />

Processo Affari istituzionali / Posizione organizzativa individuale. Lavori d’Aula<br />

31<br />

Palazzo Cesaroni<br />

Piazza Italia, 2 - PERUGIA<br />

www.consiglio.regione.umbria.it<br />

ATTI CONSILIARI IX <strong>LEGISLATURA</strong><br />

l’interpretazione autentica della legge 194 la faccia non l’autorità competente, non chi la<br />

deve applicare, ma addirittura chi l’ha osteggiata e non voluta. Mi sembra francamente<br />

troppo. E la legge 194 detta le regole. Noi qui dobbiamo fare un altro mestiere, noi siamo<br />

la <strong>Regione</strong>, non siamo il popolo italiano sovrano, non siamo il Parlamento e non siamo la<br />

coscienza di nessuno di noi che, come dire, ringraziando Dio, e non a caso dico Dio, è<br />

cosa distinta dalla disciplina dei rapporti, date a Cesare quel che è di Cesare, è nella<br />

radice la distinzione dei ruoli.<br />

Allora da qui dobbiamo applicare una legge dello Stato secondo le metodologie e le<br />

indicazioni che si sono fornite. Punto. E allora le due battute, e vado rapidamente alla<br />

conclusione. Primo: la <strong>Regione</strong> dell’Umbria, se ha un difetto, recepisco perché per una<br />

parte fino a quindici giorni fa è una critica che riguarda innanzitutto il sottoscritto, è che<br />

sulla RU-486, ben consapevole della sensibilità etica del tema, e ben consapevole che<br />

questa è l’Umbria, non è stata <strong>Regione</strong> che ha applicato la sperimentazione, non è stata<br />

<strong>Regione</strong> che ha fatto le corse per applicarla, ma è l’unica <strong>Regione</strong> che dopo gli atti che<br />

hanno autorizzato in linea formale questa pratica ha messo in campo non un banale<br />

percorso di recepimento di questo o di quel parere, ma un percorso istituzionale di<br />

costruzione delle linee guida organizzative della somministrazione e di previsione – qui<br />

stiamo in ritardo, spero che venga recuperata – di un percorso di partecipazione ancora<br />

più ampio.<br />

Lo rivendico e credo che vada valutato. Se c’è una <strong>Regione</strong>, qualunque approdo abbia<br />

raggiunto, che non ha banalizzato il problema, siamo stati noi. Non per inventarci cose,<br />

perché vedete, le linee guida sui livelli essenziali di assistenza le fa la <strong>Regione</strong>, lo<br />

dobbiamo fare per forza. Non è un caso che l’atto che veniva citato è un parere del<br />

<strong>Consiglio</strong> Superiore di Sanità, se non fosse questo il Ministero, l’Ente competente avrebbe<br />

dato altra disposizione, e la <strong>Regione</strong> ha messo in piedi un percorso che all’origine<br />

consegnava alle competenze sanitarie tutte, non solo a chi pratica i servizi, tutte, di<br />

qualunque approccio e sensibilità, un tema doppio. Qual è il modo corretto per fare questa<br />

cosa? La dico da Consigliere regionale, non da finto medico, come si dice, qual è il<br />

percorso corretto; secondo, qual è il percorso che ci permette – altro elemento<br />

fondamentale di quella delibera di maggio – di rileggere con l’occasione tutto lo stato di<br />

applicazione di quella legge, di andare a riverificare nelle varie fasi come funziona, se i

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