Simposio - Libreria Filosofica
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<strong>Simposio</strong><br />
Ora, ascoltando Pericle 159 ed altri grandi oratori, mi accorgevo<br />
certo che parlavano bene, ma non provavo niente di simile: la<br />
mia anima non era travolta, non sentiva il peso della schiavitù<br />
in cui era ridotta. Ma lui, questo Marsia, mi ha spesso messo in<br />
un tale stato da farmi sembrare impossibile vivere la mia vita<br />
normale - e questo, Socrate, non dirai che non è vero. [216] E<br />
ancora adesso - lo so benissimo - se accettassi di prestar ascolto<br />
alle sue parole, non potrei farne a meno: proverei le stesse<br />
emozioni. Socrate con i suoi discorsi mi obbliga a riconoscere i<br />
miei limiti: io non cerco di migliorare me stesso, e continuo lo<br />
stesso ad occuparmi degli affari degli Ateniesi 160 . Devo quindi<br />
fare violenza a me stesso, tapparmi le orecchie come se dovessi<br />
fuggire dalle Sirene, devo andar via per evitare di passare con<br />
lui il resto dei miei giorni. Soltanto davanti a lui ho provato un<br />
sentimento che nessuno si aspetterebbe di trovare in me: io ho<br />
avuto vergogna di me stesso. Socrate è il solo uomo davanti al<br />
quale io mi sia vergognato. E questo perché mi è impossibile -<br />
ne sono perfettamente cosciente - andargli contro, dire che non<br />
devo fare quello che mi ordina; ma appena mi allontano, cedo<br />
al richiamo degli onori della folla intorno a me 161 . Allora mi na-<br />
159 Il riferimento è generico. Pericle è il grande uomo politico ateniese,<br />
davvero dominatore nelle assemblee in quanto grande oratore: dicendo così,<br />
Alcibiade dice quindi che Socrate è al di sopra di tutti per la sua capacità di<br />
utilizzare la parola. Il fine è indicato poco dopo: elevare la coscienza e la<br />
consapevolezza di sé dei suoi interlocutori. Socrate è capace davvero di far<br />
vergognare di se stessi.<br />
160 Questo passo è spesso citato da quegli studiosi che leggono dietro<br />
il discorso di Alcibiade del <strong>Simposio</strong> un tentativo di Platone di discolpare<br />
Socrate dall’accusa di essere responsabile della cattiva formazione dei<br />
giovani come Alcibiade – accusa che in effetti fu tra quelle che portò alla<br />
condanna nel processo del 399 a.C.<br />
161 “Platone intende chiaramente presentare Socrate, nel <strong>Simposio</strong>, come<br />
un uomo che nei suoi momenti supremi ha raggiunto la visione, e che<br />
perciò crea coi suoi atti una impressione particolare nei suoi compagni,<br />
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