Simposio - Libreria Filosofica
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<strong>Simposio</strong><br />
e la specie si sarebbe così riprodotta; ma se un maschio avesse<br />
incontrato un maschio, essi avrebbero raggiunto presto la sazietà<br />
nel loro rapporto, si sarebbero calmati e sarebbero tornati<br />
alle loro occupazioni, provvedendo così ai bisogni della loro<br />
esistenza. E così evidentemente sin da quei tempi lontani in<br />
noi uomini è innato il desiderio d’amore gli uni per gli altri,<br />
per riformare l’unità della nostra antica natura, facendo di due<br />
esseri uno solo: così potrà guarire la natura dell’uomo. Dunque<br />
ciascuno di noi è una frazione 68 dell’essere umano completo<br />
originario. Per ciascuna persona ne esiste dunque un’altra che<br />
le è complementare, perché quell’unico essere è stato tagliato<br />
in due, come le sogliole 69 . E’ per questo che ciascuno è alla<br />
68 Il termine greco è symbolon, che indica la metà di una tessera o di un<br />
dado che serviva come segno di riconoscimento: l’autenticità era provata dal<br />
perfetto combaciare di due parti a formare l’intero. Galimberti commenta<br />
(proponendo una traduzione che sottolinea un aspetto specifico del concetto):<br />
“Un giorno ‘Zeus, volendo castigare l’uomo senza distruggerlo, lo tagliò in<br />
due. Da allora ciascuno di noi è il simbolo di un uomo, la metà che cerca<br />
l’altra metà. Il simbolo corrispondente. Nell’antica Grecia era diffusa la<br />
consuetudine di tagliare in due un anello, una moneta o qualsiasi oggetto, e<br />
darne una metà a un amico o a un ospite. Queste metà, conservate dall’una<br />
e dall’altra parte, di generazione in generazione, consentivano ai discendenti<br />
dei due amici di riconoscersi. Tale segno di riconoscimento si chiamava<br />
simbolo. Tale è il senso originario della parola. Dopo la divisione (diaballein)<br />
inflitta da Zeus, ciascuno di noi è il simbolo di un uomo che cerca<br />
la metà corrispondente per la sua ricomposizione (sum-ballein). Per curare<br />
l’antica ferita, Zeus, dopo averla inflitta, inviò Eros fra gli dèi l’amico degli<br />
uomini, il medico, …, colui che riconduce all’antica condizione. Cercando<br />
di far uno ciò che è due, Eros cerca di medicare l’umana natura. Da allora<br />
gli uomini si congiungono tra loro e così generano, non più per unione con la<br />
terra, ma per unione reciproca. L’erotismo è dunque connesso alla condizione<br />
simbolica dell’uomo” (Galimberti 2001, pp. 27-28).<br />
69 Il paragone è indubbiamente di effetto comico, ma la tesi sostenuta non lo<br />
è affatto, e corrisponde alla percezione che comunemente è possibile accada<br />
di avere di se stessi. Questa fusione dei piani è caratteristica del discorso di<br />
Aristofane, ed entra nel gioco dei rapporti tra commedia, tragedia e filosofia<br />
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