Simposio - Libreria Filosofica
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Dizionario del <strong>Simposio</strong> di Platone<br />
coperte con veli leggeri, il capo incoronato di edera, abbandonate<br />
ad una danza frenetica al suono del flauto o dei<br />
tamburelli. Personificano gli spiriti orgiastici della natura.<br />
Diotima<br />
Non ci è nota da alcuna altra fonte. Verisimilmente è una<br />
figura di creazione platonica. Sacerdotessa di Mantinea,<br />
sembra possedere un sapere di tipo iniziatico di cui<br />
non rivela la fonte, e inizia Socrate ai misteri dell’Eros.<br />
Va sottolineato che nella società greca i sacerdoti non formavano<br />
in genere un gruppo sociale a parte, perché i riti<br />
erano officiati dagli stessi capi famiglia, dagli uomini politici<br />
e da quanti ricoprivano ruoli pubblici. Ma vi erano eccezioni:<br />
nei grandi santuari, come a Delfi, c’erano sacerdoti e<br />
anche sacerdotesse che svolgevano stabilmente ed esclusivamente<br />
compiti legati agli uffici sacri. Ma che tipo di sacerdotessa<br />
fosse Diotima – legata a qualche forma di religione<br />
dei misteri – Platone non dice. Presentandola però Socrate<br />
la accredita come nota ai presenti e benemerita per Atene<br />
perché era riuscita a ritardare di dieci anni la peste che poi<br />
colpì la città nei primi anni della Guerra del Peloponneso.<br />
Se si tratta di una sua creazione, Platone ha sfumato i contorni<br />
di questa figura sacerdotale.<br />
Discorso<br />
Nel <strong>Simposio</strong> ciascuno dei personaggi principali tiene un discorso<br />
che è un elogio di Eros (Alcibiade tiene un discorso su<br />
Socrate, che di Eros è in qualche modo una delle possibili figure).<br />
Le regole di questo genere di discorsi dovevano essere al<br />
tempo di Platone già codificate, perché da un secolo la retorica<br />
se ne occupava. E discorsi di vario tipo sono in effetti presenti<br />
in opere diverse, anche in riferimento alla realtà: ad esempio<br />
Tucidide riporta nelle sue Storie un certo numero di discorsi<br />
che non erano certo, nella stesura per iscritto, identici a quelli<br />
effettivamente pronunciati; ne erano però una immagine rigorosa,<br />
se uno storico rigoroso come Tucidide li inserisce.<br />
Il discorso è dunque una pratica retorica ben nota al tempo di<br />
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