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Simposio - Libreria Filosofica

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<strong>Simposio</strong><br />

attorno, perde la testa per loro. D’altra parte lui ignora tutto,<br />

non sa mai niente - questa almeno è l’immagine che vuol dare.<br />

Non è questa la maniera di fare di un Sileno? Sì certo, perché<br />

questa è l’immagine esterna, come quella della statuetta di Sileno.<br />

Ma all’interno? Una volta aperta la statuetta, avete idea della<br />

saggezza che nasconde? Amici miei, sappiatelo: che uno sia<br />

bello, a lui non interessa affatto, non se ne accorge neppure - da<br />

non credersi - e lo stesso accade se uno è ricco o ha tutto quello<br />

che la gente ritiene invidiabile avere. Per lui, tutto questo non<br />

ha alcun valore, e noi non siamo niente ai suoi occhi 163 , ve lo<br />

assicuro. Passa tutta la sua giornata a fare il sornione, trattando<br />

con ironia un po’ tutti. Ma quando diventa serio e la statuetta<br />

si apre, io non so se avete mai visto che immagini affascinanti<br />

contiene 164 . Io le ho viste 165 , simili agli dèi, preziose, perfette<br />

163 Il <strong>Simposio</strong> è intessuto di questi giochi verbali che ironizzano su Socrate<br />

e i bei ragazzi (ad esempio Fedro, parlando con Agatone subito prima del suo<br />

discorso, dice scherzando: “Mio caro Agatone, se rispondi, a Socrate non<br />

importerà proprio nulla se la conversazione prenderà una piega o l’altra,<br />

perché a lui basta avere qualcuno con cui chiacchierare, soprattutto se è un<br />

bel ragazzo”. “Senza dubbio, nella considerazione dell’amore, non bisogna<br />

separare l’amante dall’amato, non bisogna occuparsi solo di quest’ultimo<br />

(…). L’amante è l’anima gravida che è impaziente di partorire; parimenti,<br />

se gli spiriti non portassero in se stessi la verità e se, in alcuni fra di essi,<br />

non vi fosse una gestazione attuale, la maieutica non avrebbe scopo. (…)<br />

Non ci stupiremo dunque che, nel <strong>Simposio</strong>, Socrate ci venga rappresentato<br />

come colui che è, soltanto in apparenza, l’amante dei begli efebi; egli fa<br />

credere loro questo, mentre la realtà del suo ruolo, nei loro confronti, è quella<br />

dell’amato” (Robin 1908, pp. 199-201).<br />

164 Questa esaltazione dell’interiorità rispetto all’esteriorità, e soprattutto<br />

la netta differenza tra esse, è tipicamente platonica, avendo Platone insistito<br />

moltissimo sull’idea che la vera natura dell’uomo risiede nella sua anima.<br />

165 La parole di Alcibiade richiamano quelle di Diotima su Eros che<br />

contempla la Bellezza eterna al culmine del suo cammino. Ma lì l’effetto era<br />

di liberazione, mentre qui Alcibiade si dichiara schiavo. Socrate non ha in sé<br />

la bellezza, lo dirà lui stesso con chiarezza più avanti, ma può solo condurre<br />

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