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Benessere organizzativo complessità ed emergenza

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Ministero della Giustizia - DAP - Istituto Superiore Studi Penitenziari<br />

salute delle organizzazioni penitenziarie a partire da testimoni privilegiati.<br />

Gli Uffici Centrali e i Provv<strong>ed</strong>itorati potrebbero essere protagonisti considerando<br />

il report agenda di verifica preventiva o successiva di azioni, o di<br />

processi già in essere e da ri-valutare. Questo orientamento potrebbe permettere<br />

condizioni di lavoro più agevoli alle strutture periferiche, ove insiste<br />

nei fatti l’ingranaggio cardine della mission dell’Amministrazione penitenziaria.<br />

CONSIDERAZIONI E RIFLESSIONI CONCLUSIVE<br />

L’attività formativa dei Laboratori è stata consistente <strong>ed</strong> impegnativa sul profilo<br />

<strong>organizzativo</strong>, per il numero dei destinatari, per la peculiarità dell’intervento,<br />

per la <strong>complessità</strong> e l’attualità della tematica e, in ultimo, per l’utilizzo<br />

dei sui esiti, per la loro disseminazione.<br />

Il lavoro dunque è ancora lungo.<br />

Vale qui la pena ricordare, per evitare errate interpretazioni, che gli intenti<br />

dell’Amministrazione non devono essere ricondotti esclusivamente ai casi<br />

di suicidio accaduti tra il personale dell’Amministrazione penitenziaria.<br />

I comportamenti suicidari sono fenomeni complessi e frutto di concause di<br />

natura multifattoriale. Sono episodi che incidono così gravemente sull’esistenza<br />

di esseri umani che richi<strong>ed</strong>ono una lettura approfondita che abbracci<br />

tutti gli ambiti relazionali in cui l’individuo è inserito, non escludendo<br />

aprioristicamente lo specifico psichismo di cui ogni essere umano è dotato<br />

e che in questa s<strong>ed</strong>e può solo enunciarsi.<br />

Occorre sottolineare che l’ambiente lavorativo penitenziario, pur non<br />

essendo uno spazio di cura per il personale, può comunque essere spazio<br />

relazionale dove i segnali di malessere sono colti da una comunità sensibilizzata<br />

e, dove si può intervenire a correggere o a intraprendere nuove azioni/proc<strong>ed</strong>ure<br />

per permettere agli operatori di metabolizzare quegli stress<br />

che dal lavoro derivano (es. con il debriefing dopo eventi critici).<br />

A questo si deve tendere e, già questo, permetterebbe all’individuo sofferente<br />

di ri-orientarsi e intraprendere azioni tese a riconquistare un livello<br />

accettabile di benessere.<br />

Gli interventi già attuati, quelli che prev<strong>ed</strong>ono le circolari sul benessere e<br />

quelli che si sono sommariamente citati, vanno quindi ricondotti al cambiamento<br />

che l’Amministrazione penitenziaria si propone passando da una<br />

prospettiva centrata sul malessere ad un obiettivo qualificato quale quello<br />

dell’attenzione costante alla salute organizzativa.<br />

Ultimo tassello, per ora sottaciuto ma non meno importante, è che nel caso<br />

delle organizzazioni carcerarie l’approccio al benessere del personale e alla<br />

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