Benessere organizzativo complessità ed emergenza
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Ministero della Giustizia - DAP - Istituto Superiore Studi Penitenziari<br />
IL METODO<br />
Ritornando sulle finalità dei Laboratori di ascolto <strong>organizzativo</strong>, è apparso<br />
doveroso orientare l’azione verso un mutamento fondamentale nei climi<br />
organizzativi e relazionali interni agli istituti penitenziari. Fattori questi che<br />
molto influiscono sul benessere fisico, psicologico e sociale a partire dai<br />
singoli per giungere ai gruppi di lavoro e a tutta collettività appartenente<br />
alla m<strong>ed</strong>esima articolazione del sistema.<br />
La centratura sull’ascolto <strong>organizzativo</strong> è stata scelta come chiave di volta,<br />
soprattutto sulla base della considerazione che le risorse umane, come già<br />
detto, siano l’unico vero e proprio patrimonio di cui l’Amministrazione<br />
penitenziaria disponga e che dunque debba essere oggetto di grande attenzione<br />
non solo formativa ma proprio gestionale, nella quotidianità operativa<br />
di tutti i servizi penitenziari.<br />
La forma utilizzata è stata quella del Laboratorio, modalità che prev<strong>ed</strong>e la<br />
partecipazione attiva dei corsisti e che vuole essere il volano di questo<br />
miglioramento <strong>organizzativo</strong> attento a tutte le risorse umane impiegate nei<br />
gangli più remoti dell’organizzazione penitenziaria del territorio italiano.<br />
Ogni Laboratorio è stato immaginato come vero e proprio spazio artigianale,<br />
un luogo fisico di scambio e di lavorazione condivisa di idee <strong>ed</strong> esperienze<br />
già implementate anche in funzione delle sensibilità e delle possibilità<br />
dei diversi territori. Ogni Laboratorio è stato a sua volta anche un esempio<br />
di metodologia orientata all’ascolto attivo e dunque <strong>organizzativo</strong> del<br />
personale.<br />
A questo fine ogni <strong>ed</strong>izione del Laboratorio ha previsto sessioni di lavoro su<br />
temi specifici di tre sotto-gruppi di partecipanti, in ognuno dei quali sono<br />
state rappresentate equamente le due professionalità coinvolte. Il prodotto<br />
di sotto-gruppo è stato sottoposto alla plenaria per essere condiviso, discusso,<br />
socializzato. Alla conclusione dei lavori in plenaria è seguita una lezione<br />
del docente abitualmente percepita dai partecipanti come una restituzione<br />
in chiave teorica degli apporti già emersi nel lavoro da loro già condiviso<br />
e discusso, una completa re-integrazione e ri-organizzazione dei materiali<br />
e riflessioni da loro stessi proposti.<br />
La metodologia adottata ha consentito ad ogni corsista di individuarsi operativamente<br />
riscoprendo i punti di forza e di debolezza del proprio agire<br />
quotidiano; da ciò sono derivati sia un rinforzo positivo e sia la possibilità<br />
di riflettere in condizioni di massima discrezione sugli aspetti del proprio<br />
operato e del proprio contesto lavorativo che ognuno ha potuto verificare<br />
essere più critici.<br />
Dopo la fase di preparazione in collaborazione con l’Università degli Studi<br />
La Sapienza di Roma, è stata realizzata all’inizio di settembre la prima <strong>ed</strong>i-<br />
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