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"l'impegno" (1/2010) in formato pdf - Istituto per la storia della ...

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fessore, ma non fa scuo<strong>la</strong> <strong>per</strong>ché non ha<br />

voluto prendere <strong>la</strong> tessera.<br />

“Credevo che non ce ne fossero più”, diceva<br />

Lelio.<br />

“C’è lui”, dicevo io. “E si può dire che noi<br />

siamo i suoi discepoli”.<br />

“Cosa vuoi discepo<strong>la</strong>re?”, diceva Lelio;<br />

ma io gli spiegavo che chi frequentava Toni<br />

Giuriolo diventava fatalmente suo discepolo,<br />

e <strong>in</strong> fondo anche chi frequentava i suoi<br />

discepoli. “Ormai sei suo discepolo anche<br />

tu”, gli dicevo.<br />

“Quanti ce n’è di questi discepoli?”.<br />

“Saremo una dozz<strong>in</strong>a”.<br />

“Come quelli di G. Cristo”.<br />

“Quelli erano gli apostoli”.<br />

Approfittavo <strong>per</strong> dargli una breve bibliografia<br />

sull’argomento: Omodeo, Renan, <strong>la</strong><br />

critica storica. Lelio era colpito: “Come le sai<br />

queste cose, tu?”.<br />

“Da Giuriolo s’impara quello che si dovrebbe<br />

imparare a scuo<strong>la</strong>”».<br />

L’8 settembre 1943 segnò <strong>per</strong> questi giovani<br />

<strong>in</strong>tellettuali il passaggio all’antifascismo,<br />

non senza aver fatto i conti con l’“eredità”<br />

che si portavano appresso, quel<strong>la</strong> di<br />

essere stati “i giovani di Mussol<strong>in</strong>i”. Si trattò<br />

di una scelta a volte improvvisa, ma concreta<br />

e non equivocabile, scelta aval<strong>la</strong>ta da<br />

una sorta di “esame di coscienza”, testimone<br />

delle posizioni faticosamente e <strong>in</strong>timamente<br />

raggiunte.<br />

Molti di quei giovani presero <strong>la</strong> via del<strong>la</strong><br />

montagna «senza partico<strong>la</strong>ri suggestioni<br />

politiche, ma solo <strong>per</strong> far <strong>la</strong> guerra <strong>per</strong> <strong>la</strong> libertà,<br />

contro il nazifascismo». Il motore del<strong>la</strong><br />

presa di coscienza condivisa, <strong>in</strong>fatti, era<br />

rappresentato dal<strong>la</strong> religione del<strong>la</strong> libertà,<br />

così cara a Giuriolo, con <strong>la</strong> sua <strong>in</strong>transigente<br />

carica etica e con le sue ascendenze crociane.<br />

Dopo le prime prove di vita al<strong>la</strong> macchia<br />

compiute non a caso <strong>in</strong> val del Mis, nel Bellunese,<br />

dove o<strong>per</strong>ava Toni Giuriolo, il grup-<br />

Sonia Residori<br />

po, presto chiamato “degli universitari”, ossia<br />

dei “piccoli maestri”, tra <strong>la</strong> f<strong>in</strong>e di aprile<br />

e i primi di maggio del 1944, si trasferì sull’altopiano<br />

di Asiago e costituì una esigua,<br />

ma <strong>in</strong>dicativa componente del<strong>la</strong> Resistenza<br />

vicent<strong>in</strong>a.<br />

“I piccoli maestri” non è esattamente un<br />

romanzo di formazione: si tratta di una cronaca<br />

dal di dentro del<strong>la</strong> Resistenza di estrazione<br />

studentesca e borghese, estranea al<strong>la</strong><br />

tradizione politica rivoluzionaria del socialcomunismo.<br />

È un racconto che si situa tra<br />

<strong>la</strong> letteratura e <strong>la</strong> fonte storica, come precisa<br />

lo stesso autore nel<strong>la</strong> postfazione all’edizione<br />

del 1986: «Il vecchio editore lo chiamò<br />

“romanzo”, il secondo anche, e io non<br />

ho niente <strong>in</strong> contrario; ma non mi ero certo<br />

proposto di scrivere un romanzo (né del resto<br />

un non-romanzo). Ci tenevo bensì che<br />

si potesse leggere come un racconto, che<br />

avesse un costrutto narrativo. Ma ciò che<br />

mi premeva era di dare un resoconto veritiero<br />

dei casi miei e dei miei compagni negli anni<br />

dal ’43 al ’45: veritiero non all’<strong>in</strong>circa e all’<strong>in</strong>grosso,<br />

ma strettamente e nei dettagli. Troppo<br />

forse, dal punto di vista del garbo narrativo;<br />

ma il garbo m’importava assai meno.<br />

Mi ero imposto di tener fede a tutto, ogni<br />

s<strong>in</strong>go<strong>la</strong> data, le ore del giorno, i luoghi, le<br />

distanze, le parole, i gesti, i s<strong>in</strong>goli spari».<br />

Meneghello scrive fatti reali del<strong>la</strong> guerra<br />

civile così come li ha vissuti. È a tal punto<br />

aderente al<strong>la</strong> realtà, al<strong>la</strong> “verità stessa delle<br />

cose”, che Emilio Franz<strong>in</strong>a, <strong>in</strong> un suo saggio<br />

dell’ormai lontano 1987, ha dimostrato<br />

«l’effettiva meticolosità e l’autenticità del<strong>la</strong><br />

testimonianza che al pari di tutte le altre<br />

certifica <strong>la</strong> riuscita di uno sforzo cont<strong>in</strong>uo<br />

di rievocazione <strong>per</strong>s<strong>in</strong>o m<strong>in</strong>uta di partico<strong>la</strong>ri<br />

e di dettagli accaduti», affiancando un<br />

brano de “I piccoli maestri” con il testo di<br />

un “matt<strong>in</strong>ale” del<strong>la</strong> Gnr. Le analogie tra <strong>la</strong><br />

fonte letteraria e quel<strong>la</strong> documentaria sono<br />

davvero impressionanti.<br />

104 l’impegno

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