"l'impegno" (1/2010) in formato pdf - Istituto per la storia della ...
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Così, Colombara enuclea una serie di nodi<br />
problematici <strong>in</strong>torno ai quali ricostruisce una<br />
visione che mi sento di def<strong>in</strong>ire “rasoterra”<br />
dell’es<strong>per</strong>ienza partigiana, mettendo<strong>la</strong> costantemente<br />
<strong>in</strong> re<strong>la</strong>zione con le visioni costruite<br />
dai soggetti istituzionali, mostrandone<br />
le <strong>in</strong>terazioni e i reciproci adattamenti, così<br />
come i punti di frattura e di conflitto non ricomposto.<br />
Ne esce un’immag<strong>in</strong>e molto suggestiva<br />
del vissuto partigiano, che mette cont<strong>in</strong>uamente<br />
<strong>in</strong> evidenza l’assoluta non riconducibilità<br />
dei mondi che partecipano al<strong>la</strong> Resistenza<br />
ai progetti politici def<strong>in</strong>iti con i quali<br />
vengono <strong>in</strong>quadrate le formazioni. Permane<br />
uno scarto, che viene assorbito dal<strong>la</strong> comune<br />
voglia di cambiare, dal<strong>la</strong> condivisione del<strong>la</strong><br />
necessità che niente sia più come prima.<br />
Ma codici culturali e corsi d’azione restano<br />
irriducibili. Nel<strong>la</strong> ricostruzione di questa visione<br />
“rasoterra”, Colombara ha utilizzato<br />
due strumenti pr<strong>in</strong>cipali, tra i più adatti <strong>per</strong><br />
trattare il tipo di materiali con i quali ha <strong>la</strong>vorato.<br />
Il primo è rappresentato dalle fonti orali,<br />
del cui uso ormai è diventato un maestro,<br />
<strong>la</strong> maggior parte raccolte direttamente - o da<br />
chi con lui ha col<strong>la</strong>borato nel<strong>la</strong> ricerca specifica<br />
- <strong>in</strong> anni di ricerche nelle comunità del<br />
Novarese, del Cusio, dell’Osso<strong>la</strong> e del<strong>la</strong> bassa<br />
Valsesia, quasi sempre nel<strong>la</strong> forma del<strong>la</strong><br />
ricostruzione del<strong>la</strong> biografia dell’<strong>in</strong>tervistato,<br />
altre desunte dal<strong>la</strong> memorialistica. Il secondo<br />
è rappresentato dal<strong>la</strong> letteratura antropologica,<br />
dal<strong>la</strong> quale, più che da quel<strong>la</strong><br />
strettamente storica, ha mutuato <strong>la</strong> maggior<br />
parte degli schemi <strong>in</strong>terpretativi con i quali<br />
ha organizzato il materiale raccolto.<br />
Il libro ha una struttura circo<strong>la</strong>re, che gli<br />
conferisce una pregnanza partico<strong>la</strong>re e anche,<br />
non so quanto voluta, una certa risonanza<br />
con l’attualità un poco <strong>in</strong>quietante.<br />
Diviso <strong>in</strong> c<strong>in</strong>que capitoli, <strong>in</strong>fatti, solo i tre<br />
centrali sono dedicati esplicitamente ai miti,<br />
ai riti e ai simboli dell’es<strong>per</strong>ienza partigiana.<br />
Il primo e l’ultimo, <strong>in</strong>vece, sono dedicati al<strong>la</strong><br />
figura di Mussol<strong>in</strong>i, come dire da lì si parte,<br />
ma lì, non illudiamoci, si torna. Nel primo,<br />
Colombara analizza le reazioni popo<strong>la</strong>ri al 25<br />
luglio, r<strong>in</strong>tracciandone <strong>la</strong> struttura profonda<br />
nel<strong>la</strong> dimensione antropologica delle ce-<br />
<strong>in</strong> biblioteca<br />
lebrazioni carnevalesche e <strong>in</strong> altri codici di<br />
comportamento aff<strong>in</strong>i. In questo modo riesce<br />
a mettere <strong>in</strong> luce quanto <strong>la</strong> figura del duce sia<br />
riuscita a penetrare nell’immag<strong>in</strong>ario collettivo,<br />
f<strong>in</strong>endo <strong>per</strong> condizionarlo, risultato <strong>per</strong>altro<br />
conseguito con determ<strong>in</strong>azione dal<strong>la</strong><br />
propaganda fascista. E, <strong>in</strong>fatti, nel qu<strong>in</strong>to e<br />
ultimo capitolo abbiamo <strong>la</strong> dimostrazione di<br />
quanto quei condizionamenti siano stati<br />
profondi, sopravvivendo f<strong>in</strong>o a oggi, senza<br />
che né <strong>la</strong> tragedia del<strong>la</strong> guerra, né sessant’anni<br />
di democrazia siano riusciti a scalfirli.<br />
In mezzo si sviluppa l’analisi del vissuto<br />
partigiano, che prende l’avvio da un’attenta<br />
ricostruzione delle dimensioni dell’identità<br />
partigiana, attraverso lo studio dei riti che<br />
ne segnano lo scorrere del<strong>la</strong> vita: i riti attraverso<br />
cui si entra a far parte di una banda, i<br />
riti con cui si celebrano i matrimoni durante<br />
<strong>la</strong> <strong>per</strong>manenza nel<strong>la</strong> banda e i riti con cui si<br />
accompagnano i compagni caduti al<strong>la</strong> sepoltura,<br />
che portano al<strong>la</strong> luce, con più <strong>in</strong>tensità<br />
degli altri, i valori culturali profondi, che<br />
preesistono al<strong>la</strong> scelta partigiana che su di<br />
essi si stratifica. Identità che trova un veicolo<br />
di espressione partico<strong>la</strong>rmente vistoso - come<br />
non ricordare <strong>la</strong> straord<strong>in</strong>aria descrizione<br />
di Fenoglio dell’abbigliamento dei partigiani<br />
che fanno il loro <strong>in</strong>gresso <strong>in</strong> un’Alba appena<br />
liberata che li guarda attoniti - nell’abbigliamento,<br />
che diventerà fonte di conflitto con<br />
i comandi, dopo che nell’estate del 1944 il<br />
Cln <strong>in</strong>com<strong>in</strong>cerà a <strong>in</strong>quadrare le bande <strong>in</strong> un<br />
vero esercito, con re<strong>la</strong>tiva divisa. Conflitto<br />
che non si risolverà mai completamente, con<br />
<strong>la</strong> <strong>per</strong>manenza di ampie zone di refrattari a<br />
<strong>in</strong>dossare l’uniforme, che non accettano di<br />
farsi riassorbire <strong>in</strong> logiche organizzative che<br />
<strong>per</strong>cepiscono come comunque limitative di<br />
una <strong>in</strong>dividualità appena ritrovata.<br />
Ma qualsiasi identità si def<strong>in</strong>isce anche<br />
nell’opposizione a ciò che <strong>per</strong>cepisce come<br />
altro e nel caso dell’identità partigiana questo<br />
“altro” sono soprattutto i salo<strong>in</strong>i. Colombara<br />
entra qui, <strong>in</strong> pag<strong>in</strong>e conv<strong>in</strong>centi,<br />
nel<strong>la</strong> delicata disputa sul<strong>la</strong> dimensione di<br />
guerra civile del<strong>la</strong> guerra partigiana che, ormai<br />
sufficientemente del<strong>in</strong>eata <strong>in</strong> ambito<br />
storiografico, dove le tesi che sostengono<br />
122 l’impegno