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"l'impegno" (1/2010) in formato pdf - Istituto per la storia della ...

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“Ho fatto il prete e il partigiano”<br />

cambio. E avevo messo dentro anche del riso,<br />

<strong>per</strong>ché Magenta è un po’ il posto del riso...».<br />

In quel<strong>la</strong> stessa estate del 1944, <strong>in</strong>tanto,<br />

attorno a don Colzani sta prendendo forma<br />

una rete organizzativa legata al comando<br />

mi<strong>la</strong>nese delle brigate “Garibaldi”. In luglio<br />

viene denom<strong>in</strong>ata, provvisoriamente, 4 a brigata<br />

Garibaldi “Sap”. In settembre diventa<br />

168 a brigata “Franco Parmigiani”: entro <strong>la</strong> f<strong>in</strong>e<br />

dell’anno, da essa verranno enucleate altre<br />

due brigate, una, <strong>la</strong> 169 a , attiva nell’Abbiatense,<br />

l’altra, <strong>la</strong> 170 a , nelle campagne s<strong>in</strong><br />

quasi alle porte di Pavia. Dal<strong>la</strong> 168 a dipende<br />

<strong>in</strong>oltre un distaccamento autonomo, che si<br />

muove nel Novarese e rappresenta un ponte<br />

verso <strong>la</strong> Valsesia 10 .<br />

Don Virg<strong>in</strong>io viene messo <strong>in</strong> contatto con<br />

i vertici del<strong>la</strong> 168 a . «Solo allora mi sono accorto<br />

che da queste parti c’erano già dei partigiani»,<br />

ricorda il sacerdote. Il comandante<br />

del<strong>la</strong> formazione è un o<strong>per</strong>aio, Anselmo<br />

Arioli. Ha praticamente <strong>la</strong> stessa età del padre<br />

di don Virg<strong>in</strong>io e anch’egli ha subito <strong>per</strong>secuzione<br />

e conf<strong>in</strong>o. I due simpatizzano.<br />

«Lui era un comunista, conv<strong>in</strong>to, ma non ho<br />

mai fatto questione di colore di partito, assolutamente.<br />

Arioli m’ha sempre preso bene.<br />

Anselmo era una gran brava <strong>per</strong>sona, dico<br />

<strong>la</strong> verità. Ho sempre avuto una stima immensa<br />

di Arioli».<br />

Don Colzani viene <strong>in</strong>quadrato nel<strong>la</strong> brigata.<br />

La canonica di Ponte Vecchio diventa<br />

una base d’appoggio, addirittura un deposito<br />

d’armi. I partigiani svolgono azioni di<br />

controllo, recu<strong>per</strong>o armi, propaganda. Il sacerdote,<br />

<strong>in</strong>tanto, cont<strong>in</strong>ua a fare <strong>la</strong> spo<strong>la</strong> con<br />

<strong>la</strong> Valsesia. «Io ho sempre avuto i contatti<br />

con fuori: quando mi chiamavano, partivo».<br />

Con l’avvic<strong>in</strong>arsi dell’autunno, <strong>per</strong>ò, a<br />

Ponte Vecchio viene acquartierato un reparto<br />

dell’esercito tedesco. È il 432 o battaglione<br />

del Genio, distribuito sul<strong>la</strong> sponda est del<br />

Tic<strong>in</strong>o anche ad Albairate, Bernate e Ozzero<br />

11 . Nell’antica Vil<strong>la</strong> Castiglioni si <strong>in</strong>sedia<br />

un comando. I militari devono approntare<br />

difese sulle rive del Tic<strong>in</strong>o, lungo il quale<br />

l’esercito prevede di tr<strong>in</strong>cerarsi nell’eventualità<br />

di uno sbarco <strong>in</strong> Liguria da parte degli<br />

angloamericani o di un loro attacco proveniente<br />

dal<strong>la</strong> Francia. Ma svolgono anche<br />

o<strong>per</strong>azioni di ricerca e repressione del movimento<br />

partigiano.<br />

Un giorno, ricorda don Colzani, «sono entrati<br />

a casa mia e mi han trattato molto male,<br />

molto male. Mi hanno <strong>in</strong>sultato, mi hanno<br />

sputato addosso, mi han fatto una pelle».<br />

Evidentemente sospettano qualcosa: un de<strong>la</strong>tore<br />

ha denunciato i movimenti sospetti<br />

del sacerdote.<br />

Una seconda irruzione è ancora peggiore:<br />

«Un’altra volta son venuti a cercare le<br />

armi, che avevo, e non le hanno trovate, <strong>per</strong>ché<br />

le avevo proprio lì, nel sottosca<strong>la</strong>, dove<br />

c’erano un po’ di pentole e del<strong>la</strong> carta straccia.<br />

Loro sono andati lì dentro, <strong>in</strong> cuc<strong>in</strong>a,<br />

han dato una pedata, pim, pum, pam... Io mi<br />

son sentito morto, <strong>per</strong>ché m’han messo lì,<br />

con un capitano. M’ha messo contro un muro<br />

con il revolver puntato, una Mauser. Se<br />

le trovavano, le armi, mi spacciavano subito.<br />

E <strong>in</strong>vece non le han trovate. Quando sono<br />

usciti dal<strong>la</strong> cuc<strong>in</strong>a, io allora ho ripreso il mio<br />

coraggio. Ho fatto anche un po’ il baldan-<br />

10 A questo distaccamento abbiamo dedicato il saggio La brigata “Tic<strong>in</strong>o”. Un pugno<br />

di partigiani tra Lombardia e Valsesia, <strong>in</strong> “l’impegno”, a. XXV, n. 2, dicembre 2005.<br />

11 ALBERTO MAGNANI - MASSIMILIANO TENCONI, L’Est Tic<strong>in</strong>o dal fascismo al<strong>la</strong> seconda<br />

guerra mondiale, Abbiategrasso, In Curia Picta, 2008, p. 135.<br />

a. XXX, n. s., n. 1, giugno <strong>2010</strong> 69

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