"l'impegno" (1/2010) in formato pdf - Istituto per la storia della ...
"l'impegno" (1/2010) in formato pdf - Istituto per la storia della ...
"l'impegno" (1/2010) in formato pdf - Istituto per la storia della ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
La liberazione di Roma aveva avuto <strong>per</strong>ò<br />
anche importanti risvolti dal punto di vista<br />
politico: con essa Vittorio Emanuele III aveva<br />
affidato <strong>la</strong> luogotenenza generale del regno<br />
al pr<strong>in</strong>cipe ereditario Umberto; contestualmente<br />
si era <strong>in</strong>sediato il primo governo<br />
emanazione diretta del Cln presieduto dal<br />
suo presidente Bonomi, che aveva sostituito<br />
Badoglio: erano dunque usciti politicamente<br />
di scena i due <strong>per</strong>sonaggi maggiormente<br />
compromessi col fascismo.<br />
Questa somma di fattori favorì enormemente<br />
un più stretto collegamento tra il nuovo<br />
governo dell’Italia liberata, f<strong>in</strong>almente<br />
antifascista <strong>in</strong> senso più compiuto, e il movimento<br />
partigiano nel Nord ancora occupato<br />
dai nazifascisti, e tra questo e gli Alleati. In<br />
queste mutate condizioni politico-militari<br />
ebbe f<strong>in</strong>e anche <strong>la</strong> discussione sorta già da<br />
alcuni mesi <strong>in</strong> seno al Clnai riguardo all’unificazione<br />
del movimento partigiano: venne<br />
costituito, già a metà giugno, il Corpo volontari<br />
del<strong>la</strong> libertà (Cvl).<br />
Se da un <strong>la</strong>to <strong>la</strong> sua creazione assolse a<br />
compiti politici - dar vita a un organismo<br />
unitario <strong>in</strong> grado di rappresentare il movimento<br />
partigiano presso il governo italiano<br />
- e militari - costituire un comando unificato<br />
che fosse unico <strong>in</strong>terlocutore del comando<br />
generale alleato e delle sue emanazioni -, essa<br />
rispose anche a obiettivi <strong>in</strong>terni al movimento<br />
di Resistenza. Con <strong>la</strong> costituzione del<br />
Cvl <strong>in</strong>fatti si tentò di sanare <strong>la</strong> <strong>per</strong>sistente<br />
conflittualità esistente tra formazioni di diverso<br />
colore mediante <strong>la</strong> creazione di un organismo<br />
altamente rappresentativo di tutte<br />
le sue componenti. Inoltre, si cercò di stabilire<br />
un’unica direzione delle o<strong>per</strong>azioni militari,<br />
coord<strong>in</strong>ando su più ampia sca<strong>la</strong> le varie<br />
formazioni, limitandone l’autonomia così<br />
come lo spirito “localistico”: <strong>per</strong> far questo<br />
si tentò di ristabilire collegamenti efficaci tra<br />
le formazioni e i vari comitati regionali del<br />
Cln che, opportunamente trasformati <strong>in</strong> co-<br />
Stefano Sa<strong>la</strong><br />
mandi generali del Cvl, funzionarono da<br />
“c<strong>in</strong>ghia di trasmissione” degli ord<strong>in</strong>i provenienti<br />
dal centro.<br />
A livello generale, questo processo di ristrutturazione<br />
che <strong>in</strong>vestì il movimento partigiano<br />
mise <strong>in</strong> crisi il “modello carismatico”<br />
o<strong>per</strong>ante nel<strong>la</strong> genesi delle prime bande e<br />
che ancora <strong>per</strong>durava, specie <strong>in</strong> piccole unità<br />
attive <strong>in</strong> zone nelle quali i partigiani scontavano<br />
un iso<strong>la</strong>mento anche fisico che aveva<br />
contribuito a forgiare una forte coesione<br />
<strong>in</strong>terna attorno al<strong>la</strong> figura del comandante.<br />
Già l’<strong>in</strong>cremento degli effettivi metteva <strong>in</strong><br />
crisi <strong>per</strong> molti versi il carisma del comandante<br />
che, sebbene potesse poggiare sul “nocciolo<br />
duro” dei vecchi combattenti, non aveva<br />
certo lo stesso appeal <strong>per</strong> le giovani reclute.<br />
Inoltre, le esigenze di coord<strong>in</strong>amento<br />
delle azioni militari imponevano che le sp<strong>in</strong>te<br />
localistiche venissero riassorbite <strong>in</strong> disegni<br />
politico-militari di più ampio respiro.<br />
La tendenza al<strong>la</strong> pressoché totale autonomia<br />
dei primi mesi del<strong>la</strong> lotta non poteva più<br />
essere tollerata e venne ricondotta, a volte<br />
con le buone e a volte con le cattive, a un<br />
più stretto rapporto coi centri dirigenti del<strong>la</strong><br />
Resistenza. Sorsero contrasti <strong>per</strong> il controllo<br />
o l’affiliazione di numerose bande,<br />
alcuni vecchi comandanti - che pure avevano<br />
<strong>la</strong> fiducia dei propri uom<strong>in</strong>i - vennero<br />
sostituiti d’autorità proprio <strong>per</strong>ché recalcitranti<br />
a sottomettersi ai nuovi <strong>in</strong>dirizzi: nell’estate<br />
del ’44 lo scenario si aprì a scontri<br />
anche molto aspri che contrapposero «comandanti<br />
“del<strong>la</strong> prima ora” e nuovi quadri<br />
dirigenti, ovvero capibanda che sono giunti<br />
al momento del<strong>la</strong> grande espansione partigiana<br />
su<strong>per</strong>ando al<strong>la</strong> testa dei propri uom<strong>in</strong>i<br />
le difficoltà del primo <strong>in</strong>verno, e nuove leve<br />
politico-militari immesse nel corpo delle formazioni<br />
partigiane da istanze organizzative<br />
più vaste e complesse di quelle, tutto sommato<br />
relegate sul piano locale (solo a volte<br />
prov<strong>in</strong>ciale, quasi mai regionale), che hanno<br />
30 l’impegno