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Aprile - Giugno Bollettino - Diocesi di Rimini

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<strong>Bollettino</strong> Diocesano 2011 - n.2<br />

Istituzione Commissione<br />

per la Pastorale Integrata<br />

Ai Revv.mi Sacerdoti del Presbiterio Diocesano<br />

Carissimi,<br />

Nella nota pastorale dell’Episcopato Italiano, dal titolo: Il volto missionario<br />

delle parrocchie in un mondo che cambia, la parrocchia viene presentata come<br />

la forma storica privilegiata che dà concretezza alla <strong>di</strong>mensione territoriale della<br />

Chiesa particolare, e più puntualmente, in quel documento se ne parla come<br />

<strong>di</strong> “bene prezioso per la vitalità dell’annuncio del Vangelo”, <strong>di</strong> “avamposto della<br />

Chiesa verso ogni situazione umana”, <strong>di</strong> “figura <strong>di</strong> Chiesa vicina alla vita della<br />

gente”. D’altra parte anche le parrocchie sono coinvolte nel rinnovamento missionario<br />

chiesto oggi alla <strong>di</strong>ocesi: “Noi riteniamo - affermano testualmente i Vescovi<br />

– che la parrocchia non è avviata al tramonto; ma è evidente l’esigenza <strong>di</strong><br />

ridefinirla in rapporto ai mutamenti, se si vuole che non resti ai margini della vita<br />

della gente” (n. 2). E’ dunque necessario <strong>di</strong>segnare con più cura il suo volto missionario,<br />

rivedendone l’agire pastorale, per concentrarsi sulla scelta fondamentale<br />

dell’evangelizzazione, pena il suo ridursi a gestire il folklore religioso o il bisogno<br />

<strong>di</strong> sacro.<br />

La “conversione missionaria” della parrocchia implica l’assicurazione <strong>di</strong> alcune<br />

premesse, che, <strong>di</strong> quella irrinunciabile conversione, garantiscano l’autenticità<br />

e la reale efficacia. La prima premessa, del tutto imprescin<strong>di</strong>bile, è la promozione<br />

<strong>di</strong> una spiritualità della comunione, che “ispira un reciproco ed efficace ascolto<br />

tra pastori e fedeli, tenendoli, da un lato, uniti a priori in tutto ciò che è essenziale,<br />

e spingendoli, dall’altro, a convergere normalmente anche nell’opinabile verso<br />

scelte ponderate e con<strong>di</strong>vise”, scriveva Giovanni Paolo II, nella Novo Millennio<br />

Ineunte, n. 45).<br />

Inoltre una parrocchia missionaria richiede preti più pronti alla collaborazione<br />

nell’unico presbiterio, più attenti nel sostenere la formazione dei laici, nel<br />

promuovere carismi e ministeri, nel creare spazi <strong>di</strong> effettiva partecipazione. Al<br />

riguardo non si dovrà mai appannare la verità affermata con forza dal Vaticano<br />

II: “Presbyteri unum presbyterium cum suo episcopo constituunt” (LG 28), e la<br />

conseguenza che ne ricava la Presbyterorum or<strong>di</strong>nis: “Il ministero or<strong>di</strong>nato ha<br />

una ra<strong>di</strong>cale forma comunitaria e può essere assunto soltanto come un’opera<br />

collettiva” (n. 17). “In questo senso – affermava il beato Giovanni Paolo II, nella<br />

Pastores dabo vobis – l’incar<strong>di</strong>nazione non si esaurisce in un vincolo puramente<br />

giuri<strong>di</strong>co, ma comporta anche una serie <strong>di</strong> atteggiamenti e <strong>di</strong> scelte spirituali e<br />

pastorali, che contribuiscono a conferire una fisionomia specifica alla figura vocazionale<br />

del presbitero” (n. 31).<br />

Atti del Vescovo

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