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numero 1/2011 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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La La Guerra salute di nel Secessione mondo<br />

Voci dai giorni della<br />

schiavitù<br />

Recordings from the Library of Congress on the Internet: when the slaves tell<br />

us their story with their own voice.<br />

di Francesca Parlati<br />

Ventisei registrazioni poco udibili,<br />

sette foto sgranate. Queste le uniche<br />

testimonianze dirette che rimangono<br />

della schiavitù dei neri d’America.<br />

Questi preziosi documenti sono consultabili<br />

alla Biblioteca del Congresso<br />

con qualche salto durante la<br />

registrazione, questi anziani<br />

raccontano la loro storia.<br />

a Washington D.C. Riscoperte e digitalizzate<br />

nel 2001, queste interviste<br />

furono realizzate negli anni della presidenza<br />

Roosvelt; gli intervistati erano<br />

anziani schiavi che erano bambini<br />

o ragazzi durante la guerra, nel 1865.<br />

Gli ultimi sopravvissuti, coloro che<br />

avevano patito realmente la schiavitù.<br />

L’età degli uomini e delle donne intervistati<br />

va dagli ottantacinque anni<br />

Foto: iStockphoto.com (fstockphoto; Oralleff) Tra rumori di sottofondo e fruscii,<br />

18 • n. 1, gennaio-aprile <strong>2011</strong><br />

Sopra: il Campidoglio, sede del Congresso<br />

degli Stati Uniti. Nella pagina seguente:<br />

George Washington e Thomas Jefferson<br />

nel complesso del monte Rushmore.<br />

fino ai cento, di molti di loro l’età è<br />

incerta. Sono stati rintracciati in tutti<br />

gli Stati del<br />

più profondo<br />

Sud americano:<br />

Georgia, North e<br />

South Carolina,<br />

Texas, Mississippi,<br />

Louisiana.<br />

Sui documenti i cognomi ed i nomi<br />

delle famiglie alle quali appartenevano,<br />

nella vita altri nomi, non da bianchi,<br />

non quelli dei padroni, ma i loro<br />

veri nomi. Tra rumori di sottofondo e<br />

fruscii, con qualche salto durante la<br />

registrazione, questi anziani si raccontano,<br />

un po’ reticenti all’inizio, a<br />

voce bassa, a stento udibile. Parlano e<br />

raccontano, alcuni cantano spiritual e<br />

recitano salmi, perché le parole di Dio<br />

sono più forti, perché il canto libera<br />

più di quello che un semplice racconto<br />

potrà mai fare.<br />

“L’offerta più alta... l’offerta più alta<br />

ti portava nella sua piantagione”. La<br />

voce di Charlie Smith a volte scivola in<br />

un mormorio indistinto, ripete le stesse<br />

frasi, si avviluppa in brutti ricordi, tace<br />

per un po’, fino a quando l’intervistatore<br />

lo incalza con un’altra domanda.<br />

Racconta dello stare su un palco, mentre<br />

la gente ti valuta e offre dei soldi<br />

per te. Quanto varrà mai un uomo? Il<br />

signor Smith non si ricordava il suo<br />

prezzo. Però ricordava il nome che gli<br />

avevano dato i suoi genitori alla piantagione,<br />

prima che venisse venduto:<br />

Mitchell Watkins. Lo dice con un sospiro,<br />

lo mormora come una preghiera.<br />

Probabilmente dove finisce Mitchell<br />

Watkins e dove inizia Charlie Smith<br />

non lo sa neanche lui.<br />

Delle sette registrazioni disponibili sul<br />

sito, questa è l’unica che parla direttamente<br />

di un’esperienza crudele come<br />

la vendita. Le altre sono riflessioni sulla<br />

vita dopo la libertà, ma anche entusiastici<br />

commenti su buoni padroni che<br />

hanno aperto scuole e trattavano gli<br />

schiavi come figli. Le altre registrazioni<br />

o trascrizioni si possono consultare<br />

solo se si visita il sito da un computer<br />

nel territorio degli Stati Uniti d’America.<br />

Da profani non si può dire se questo<br />

sia dovuto a questioni tecniche o no.<br />

Una cosa è certa: le sole sette registrazioni<br />

disponibili sul sito ricordano<br />

molto le condizioni quasi “idilliache”<br />

di schiavitù descritte nel romanzo Via<br />

col Vento, di Margaret Mitchell: schiavi<br />

che adorano i loro padroni nonostante<br />

che vengano costantemente picchiati<br />

e maltrattati.<br />

Come riuscire ad arrivare a qualcuna<br />

delle altre registrazioni? Nel libro L’aquila<br />

e il pollo fritto, di Vittorio Zucconi<br />

(Mondadori, 2008), sono riportate<br />

anche altre testimonianze, in tutta la<br />

loro crudezza. Anche i numeri dei quali<br />

si parla sono molto diversi da quelli<br />

del sito. Non ventisei registrazioni solamente,<br />

ma ben duemilatrecento. Ma<br />

in fondo poco importa. Che le testimonianze<br />

siano poche o tante, la sostanza<br />

di quel che è accaduto non cambia: la<br />

schiavitù c’è stata, l’olocausto nero fu<br />

consumato.

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